Urbino, Ancona e Fermo: il contro-piano post Covid del ritorno alla normalità

L'ospedale di Torrette
L'ospedale di Torrette
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Giovedì 9 Aprile 2020, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 15:50

ANCONA Non è ufficialmente un contro-piano. Nè c’è chi si azzarda a parlare di ritorno alla normalità. «Questa malattia ha un decorso così imprevedibile e repentino che bisogna rimanere sempre vigili» mormora il direttore generale degli Ospedali Riuniti di Torrette Michele Caporossi. Però. Però come si era corsi agli estremi rimedi nella prima settimana di marzo seguendo la filosofia del prepararsi in anticipo e organizzando una riconversione selvaggia di ospedali full Covid, così, un passo alla volta, la sanità marchigiana può alzare lo sguardo e valutare un ritorno alla normalità.

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Non tempi alla mano ma almeno per priorità sulla base della ripresa progressiva dell’attività ordinaria. La prima linea della storia è sempre composta da Marche Nord e Ospedali Riuniti: tra Pesaro e Fano a oggi ci sono 170 ricoverati con una delibera regionale che prevedeva prevedeva 91 posti Covid. Come a dire che Marche Nord è ancora in emergenza. 

La prossima settimana se la curva continuerà a scendere si riuscirà ad attivare almeno 40 letti su Fano per riaprire ricoveri di tipo A (mediamente tumori e patologie urgenti) e prestazioni con classe di priorità U e B (urgenti e brevi). Per ora il San Salvatore resta full Covid, con percorso per i pazienti no Covid solo per quanto riguarda emodinamica. La terapia intensiva ha attualmente attivi 27 posti letto Covid (liberi 4 posti) e 7 sono attivi a Fano come rianimazione “pulita” cioè pazienti normali. 
Altro problema ha Torrette che punterà a smobilitare prima di tutto i blocchi chirurgici, ben 10, oggi impegnati per pazienti Covid. Le altre 10 sale operatorie hanno ospitato l’attività ordinaria ma Caporossi sarebbe ben felice di poter riavviare l’attività a pieno regime.

"A marzo 2019 abbiamo portato avanti circa 3000 interventi chirurgici, quest’anno siamo esattamente alla metà - dettaglia il d.g. Caporossi - i settori più in sofferenza sono l’Emodinamica, la Chirurgia vascolare e la cardiochirurgia ». Torrette da hub di secondo livello offre 17 alte specializzazioni che non si trovano in altre parti della regione. Allo stato attuale resta occupata a pieno regime da malati Covid la palazzina di Malattie infettive, e parte del plesso che alla base ha visto liberarsi le aree rosse del Pronto soccorso e dalla Medicina di urgenza (piano terra e primo piano). In linea di priortà, dopo i blocchi chirurgici si continuerà a liberare il plesso del pronto soccorso. Al colmo del picco di ricoverati gli Ospedali Riuniti ospitavano 215 persone, oggi sono circa 185 di cui 40 in terapia intensiva, 85 in terapia subintensiva e il resto in degenza ordinaria. 

Altra storia ancora per la Asur che ha in agenda oggi il collegio di direzione che sovrintende tutta l’attività regionale. Impossibile prevedere le decisioni ma alcune considerazioni di buon senso sono ipotizzabili. Se per la linea già vista su Marche Nord i Covid si concentreranno su Pesaro è facile pensare che Urbino sia il primo ospedale da liberare. La seconda priorità è dare respiro a Fermo che è l’unico ospedale a disposizione della Area Vasta 4. Fin qui parliamo di cose abbastanza ovvie. Altre ipotesi avanzabili, sempre nell’ordine della ragionevolezza, sono quelle di recuperare una sede tra Jesi e Senigallia (Fabriano non può reggere tutta la mole di lavoro), così come è logico nell’Area Vasta 3, restituire Camerino che è lontanissimo e tenere Civitanova che farà supporto al Covid Hospital della Fiera.