Notte d'inferno: una strage senza ritorno

Notte d'inferno: una strage senza ritorno
Notte d'inferno: una strage senza ritorno
di Lorenzo Sconocchini
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Sabato 7 Dicembre 2019, 14:42 - Ultimo aggiornamento: 14:53

La lunga notte dei vigliacchi e degli eroi, degli sciacalli che spruzzano spray per scippare catenine e delle catene umane dei sopravvissuti che s’abbracciano per tirare su da quell’inferno chi sta soffocando. La notte dell’innocenza perduta di una generazione che voleva solo svagarsi ballando e ascoltando musica, la Generazione Corinaldo, dell’inganno smascherato di concerti camuffati da deejay set, così basta una licenza di pubblico spettacolo per ospitare un artista, che sia l’orchestrina folk oppure un trapper da due milioni di followers come Sfera Ebbasta. La notte dei sei morti e dei 200 feriti, dell’Heysel dei ragazzini schiacciati nella calca scatenata dallo spray spruzzato da una banda di sei balordi. La notte degli sms spediti ai familiari («qui non si respira, ci hanno fatto uscire») dei genitori che corrono a piedi sulla strada di campagna per arrivare in un non-luogo trasformato nell’arena di una tragedia collettiva, lo spiazzo davanti alla Lanterna Azzurra, un capanno agricolo costruito negli anni ‘50 e trasformato in clubbing per la movida dei ragazzini senza neanche modificare la destinazione urbanistica. La notte dei genitori che passano sotto i nastri biancorossi e chiedono di sollevare i teli termici per vedere se lì sotto c’è quel figlio che da un’ora non risponde al cellulare. «Se se la sente...», gli dicono, e poi riconoscono il loro ragazzo dalle scarpe che gli avevano regalato. La notte che forse bastava una passata di anti-ruggine e la balaustra in metallo dell’uscita numero 3 non sarebbe ceduta di schianto, tirando giù tutti nel fossato sotto la rampa. Questa è la notte di un anno fa, come oggi, e da allora tutto sembra davvero cambiato. Adesso basta una scazzottata fuori da un locale, un drink di troppo servito a una ragazza già ubriaca per sospendere la licenza a una discoteca, come accaduto di recente al Mamamia di Senigallia o al Rio Club di Marina Dorica ad Ancona. Adesso chi organizza una festa da trent’anni, com’è successo alla Pro loco di Polverigi per la Notte delle Streghe, si deve arrendere davanti alla lunga lista degli adempimenti da assolvere prima di ottenere il nulla osta dalle autorità: predisporre un piano di sicurezza, pagare gli steward e i sanitari con le ambulanze, l’amplificazione e quant’altro. Oggi e domani, con commemorazioni organizzate tra Corinaldo, Senigallia e Fano, ricordiamo la notte della Lanterna. Una notte dell’assurdo, che potrà avere un senso solo se - puniti i colpevoli con la dovuta severità - si farà in modo che mai più, in nessun luogo, ci saranno trappole per adolescenti, ma ai ragazzi della Generazione Corinaldo non sarà negato uno spazio per divertirsi al sicuro. 

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