Fiumi devastati dall'alluvione, 158 interventi del consorzio di bonifica. Netti: «Progetti per 5 milioni»

Fiumi devastati dall'alluvione, 158 interventi del consorzio di bonifica delle Marche. Netti: «Progetti per 5 milioni»
Fiumi devastati dall'alluvione, 158 interventi del consorzio di bonifica delle Marche. Netti: «Progetti per 5 milioni»
di Thomas Delbianco
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Giovedì 1 Dicembre 2022, 05:10

PESARO - I corsi d’acqua del Nord delle Marche sono “a pezzi”. Fiumi, torrenti, fossi, rii, che dopo l’alluvione dello scorso 15 settembre, si sono ritrovati con deflussi ostruiti da rami, tronchi, cumuli di sassi, argini devastati. Alle situazioni più urgenti è stata data una risposta immediata dal Consorzio di bonifica delle Marche, investendo 703.000 euro.

«Le ruspe delle nostre aziende erano sul territorio già dal 16 settembre - ricorda il presidente Claudio Netti- non abbiamo la certezza che queste risorse ci verranno tutte rimborsate, ma non c’era tempo da perdere nell’emergenza». Misa, Nevola, Esino, Burano, Cesano e gli altri fiumi. La loro forza devastante nelle ore delle esondazioni ha spezzato vite umane, distrutto ponti, strade, devastato fabbriche, case, negozi. Ferite che, a due mesi e mezzo da quel giorno terribile per le province di Pesaro Urbino e Ancona, non si sono ancora cicatrizzate.

A Casamicciola un quarto della pioggia

Più di 400 millimetri di pioggia in sette ore, «qualcosa di incredibile se pensiamo, guardando alle cronache di questi giorni, che nella devastazione di Casamicciola - evidenzia Netti - si è registrato un quarto di precipitazioni rispetto all’alluvione marchigiana».

E quando i fiumi si sono ritirati, sono rimaste “macerie” da ricostruire nel lavoro che compete al Consorzio di bonifica delle Marche. Gli interventi di prima emergenza hanno riguardato la tutela del territorio e il ripristino delle idraulicità minori. Nel complesso, 89 opere spalmate principalmente nelle province di Pesaro-Urbino (39) e di Ancona (39), oltre a 11 interventi nel Maceratese. Ma c’è ancora tanto da fare.

Il Consorzio ha stimato un investimento di quasi 5 milioni di euro, per l’esattezza 4 milioni e 886 mila euro, che riguardano 69 progetti per interventi di lotta al dissesto idrogeologico da programmare nei tre territori provinciali colpiti dall’alluvione, «che abbiamo segnalato all’interno del programma di mitigazione del rischio idraulico voluto dal commissario per l’alluvione (Acquaroli, ndr)», sottolinea il presidente Netti, che ieri ha tenuto sul tema una conferenza stampa a Pesaro (affiancato dall’agronoma Tamara Angelini e alla presenza di alcuni sindaci del territorio), con un report di carattere regionale per tutte le zone interessate dagli eventi alluvionali.

Più risorse nell’Anconetano

Su questo fronte, la fetta più cospicua delle risorse è riservata all’Anconetano con 29 interventi. Tra questi, tre opere sono relative al ripristino della sezione di deflusso di tratti del fiume Nevola, in zone differenti, per un importo complessivo di quasi un milione e 900 mila euro, oltre a ripristini lungo il corso del Misa, dell’Esino e in vari fossi. Poi ci sono 28 interventi nella provincia di Macerata: i più importanti riguardano due lavori lungo il torrente Fiumicello per poco più di 90 mila euro. Nella provincia di Pesaro-Urbino, sette interventi nei corsi d’acqua di Cantiano, Frontone, Pergola, Serra Sant’Abbondio, due dei quali superano i 300 mila euro. Quando potranno iniziare queste opere?

«Appena arriveranno i finanziamenti potremo subito mettere in moto gli escavatori», risponde Netti, che sollecita il Governo a stanziare in tempi celeri le risorse promesse per i territori alluvionati con la manovra di bilancio.

«Per la prima volta - afferma - il Consorzio di bonifica viene indicato nel decreto della Regione Marche come soggetto attuatore per gli interventi di messa in sicurezza del reticolo idrografico minore, questo ci consente una maggiore facilità operativa. Nel frattempo, stiamo lavorando per approfondire le progettazioni di questi interventi».

Netti: «Ora il consumo zero del ruolo»

In conclusione, Netti ha voluto fare due puntualizzazioni. La prima riguarda le competenze del Consorzio, «manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua minori, e ci siamo spinti sul risezionamento dei fossi».

Poi la prevenzione e tutela del territorio: «Non va abbandonata la visione economicistica, ma se ci basiamo solo su ciò che costa meno, rischiamo di trovarci molto male. Da due legislature giace una legge in Parlamento sul consumo zero del suolo: approvare quella legge non costa nulla, ma ha una capacità di prevenzione pari, se non maggiore, rispetto a sette casse di espansione. Delocalizzare le abitazioni in R4, zone a rischio molto elevato, costa meno che il bonus 110% e mette al sicuro la vita delle persone».

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