La legge omnibus, fritto misto con polemica in maggioranza durante il consiglio

Una seduta del consiglio regionale delle Marche
Una seduta del consiglio regionale delle Marche
di Martina Marinangeli
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Venerdì 27 Dicembre 2019, 08:00
ANCONA - La legge della discordia. Un mare magnum di argomenti - tale da valerle l’appellativo di “omnibus” - che ha visto esplodere aspre contrapposizioni all’interno della maggioranza su alcuni temi caldi, a partire dallo spostamento di Cingoli dall’area vasta 2 di Ancona all’area vasta 3 di Macerata, per finire all’ormai noto Centro agroalimentare del Piceno, con un braccio di ferro tra Fabio Urbinati (Italia viva) e la vicepresidente Anna Casini, risolto al fotofinish da un ordine del giorno conciliativo.

 

La cronaca dell’approvazione a maggioranza della legge 332 ad iniziativa dei dem Fabrizio Cesetti e Francesco Giacinti racconta di una seduta fiume, quella del 23 dicembre, iniziata con il dibattito sul bilancio e terminata con questa votazione, che si sperava rapida, data l’ora – la discussione in merito è iniziata alle 21 passate – ma che ha invece tenuto l’Aula incollata ai banchi fin dopo le 23. La legge omnibus era stata presentata d’urgenza in Commissioni affari istituzionali tre giorni prima della seduta a palazzo Leopardi, con emendamenti chiusi la mattina stessa della discussione. 

Un modus operandi fortemente criticato dalle opposizioni e la levata di scudi è arrivata in particolare dalla capogruppo di Fdi Elena Leonardi che, parlando di «forzatura» della maggioranza, ha puntato i riflettori sulla questione Cingoli. Secondo l’articolato, a passare daArea vasta 2 ad Area vasta 3, oltre alla suddetta, toccherebbe anche ad Apiro e Poggio San Vicino. «In Commissione sanità stavamo discutendo una proposta di legge sullo spostamento di Cingoli - fa sapere la consigliera - ed abbiamo fatto già una serie di audizioni da cui era emerso come una grande fetta dei rappresentanti del territorio fosse contraria. E la commissione non ha neanche potuto esprimersi su questo specifico articolo della Omnibus perché la sua introduzione nell’articolato è stata votata in mattinata, subito prima dell’inizio dei lavori». 

Ma se un attacco dall’opposizione è nel canone, meno scontato è che il presidente Pd della commissione Sanità, Fabrizio Volpini, dia ragione agli avversari. «Quando il mio capogruppo mi ha detto che lo spostamento di Cingoli sarebbe stato inserito nella Omnibus, qualche perplessità nel metodo l’ho avuta – ammette Volpini –. Sono firmatario, insieme al collega Giancarli, della pdl in merito e, come presidente di commissione, ho ascoltato sindaci, dirigenti del servizio sanitario ed il presidente dell’azienda sanitaria Pesaresi: nelle perplessità espresse dai tecnici, ad esempio sui problemi ai servizi territoriali, c’erano delle ragioni. Sia il direttore dell’Asur Nadia Storti, che i direttori delle due aree vaste coinvolte, Guidi e Maccioni, hanno rilevato criticità nelle scelte dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. Alcuni approfondimenti – la chiosa – dovrebbero essere fatti». 
Incidente diplomatico
Nella serie di aggiornamenti alle normative in settori come edilizia, attività estrattive ed industria, compare anche la proroga del cda dell’Erap, che quindi scavalcherà la fine dell’attuale legislatura, con buona pace di quella che sarà la futura maggioranza dell’Assemblea legislativa. Si è infine rischiato l’incidente diplomatico sul Centro agroalimentare piceno, diventato oggetto di un ordine del giorno ad hoc – votato poi all’unanimità – per il quale è stata anche necessaria una sospensione degli interminabili lavori di lunedì scorso. Il Consiglio ha impegnato la giunta «a porre in essere tutte le iniziative affinché la messa in mora sia sospesa e sia contestualmente avviato il confronto con il consiglio di amministrazione del Caap per un’auspicabile soluzione condivisa, diversa dal recesso delle quote». 

Una risposta diplomatica alle proteste di Urbinati e del pentastellato Peppe Giorgini, contrari alla posizione assunta da palazzo Raffaello sulla questione. Momenti di imbarazzo quando, intervenendo in Aula, il governatore Luca Ceriscioli è sembrato essere ignaro della lettera di messa in mora inviata dall’avvocato Paolo Costanzi al direttivo del Caap per conto della Regione. Soddisfazione da parte del consigliere di Italia Viva che ha ricordato come quest’anno «dopo otto anni consecutivi di perdita, il Centro agro alimentare di San Benedetto del Tronto, con le sue 80 imprese e oltre 600 addetti, tornerà in pareggio di bilancio. Per questo non si può liquidare un’azienda che ha il bilancio in utile e ancora 6 milioni di capitale sociale». 
 
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