ANCONA - La miccia era stata accesa da tempo, ma la bomba è deflagrata ieri.
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Nel giorno dell’insediamento di Mauro Papalini alla guida di Confindustria Marche Nord, il presidente della territoriale di Ancona, Pierluigi Bocchini, ha gelato tutti preannunciando l’intenzione di procedere alla convocazione dell’assemblea dorica per valutare la possibilità di sciogliere il vincolo creato con l’associazione delle consorelle del nord.
I sospetti
Il timing è quantomeno sospetto ed appare improbabile sia una coincidenza che questa volontà di rottura di Ancona si sia palesata proprio all’avvio del new deal targato Papalini.
La reazione a caldo
«Amarezza» è il termine che usa Papalini per descrivere il sentiment di fronte a questo strappo: «Si è sempre lavorato per arrivare ad un’aggregazione unica delle Marche in modo tale da avere un peso maggiore a livello politico industriale ed in un momento particolare come questo dovremmo pensare a come rilanciare l’economia ed aiutare le imprese. Sarebbe bene concentrarsi su questo e farlo insieme. Le ragioni di Ancona non le conosco, ma al valore dell’aggregazione credo». Il divorzio interno a Confindustria Marche Nord, alla fine, non è detto che si faccia.«La maggioranza dell’assemblea dovrebbe votare per la scissione ed a quel punto partirebbe l’iter di scioglimento», spiega Papalini. Ma di certo quello di ieri non è stato un buon segnale. Arrivato, inoltre, come un fulmine a ciel sereno perché, sebbene le ruggini tra le territoriali di Ancona e Pesaro non siano un mistero per nessuno, da tempo si sapeva chi avrebbe preso le redini di Marche Nord ed ora, con una fusione a quattro in ballo, questa paventata scissione sa tanto di “mossa del cavallo”, mutuando la metafora dal mondo degli scacchi.
Il no comment
Ma da Bocchini arriva solo un garbato no comment in risposta alla domanda sulle ragioni della presa di posizione. «Se c’è una richiesta di ulteriori chiarimenti nell’ottica, comunque, di rimanere uniti, credo che una sintesi si possa trovare», tende la mano Papalini, deciso a portare avanti il discorso della fusione tra Marche Nord e Centro Adriatico: «Vedo con grande favore la richiesta del presidente di Confindustria Centro Adriatico, Simone Mariani, che ha chiesto di aderire a Confindustria Marche Nord». Il sogno di realizzare un’associazione a perimetro regionale viene coltivato da almeno un decennio, ma al momento di suggellare con il fuoco la sintesi, qualcosa – o qualcuno – si mette di traverso.