La partita degli industriali: retromarcia Ancona ma Pesaro si tira fuori. E all'orizzonte spunta Ascoli. Il risiko delle alleanze

Pierluigi Bocchini
Pierluigi Bocchini
di Martina Marinangeli
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Domenica 31 Gennaio 2021, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 09:46

ANCONA - Ennesimo coup de théâtre nella saga delle Confindustrie marchigiane. L’assemblea dei soci della Territoriale di Ancona, riunita venerdì sera su Zoom, ha votato all’unanimità ed a scrutinio palese per mantenere in vita Confindustria Marche Nord. «È il momento di unire, non di dividere», il messaggio emerso che a Pesaro, deve essere suonato come una beffa. La mossa del cavallo, infatti, arriva a poco più di un mese dallo strappo consumato nel giorno dell’insediamento di Mauro Papalini alla guida delle consorelle del nord, quando il presidente dorico, Pierluigi Bocchini, gelò tutti preannunciando l’intenzione di procedere alla convocazione dell’assemblea per valutare la possibilità di sciogliere il vincolo creato con Pesaro.

 
Il ripensamento
L’inversione a U di Ancona appare come un modo per scaricare sull’associazione pesarese – che ha votato in massa per la separazione – la responsabilità della disgregazione di Confindustria Marche Nord, ma nella delicata partita a scacchi che si sta giocando sul territorio, c’è anche un’altra mossa all’orizzonte. E questa, sì, rischia di mettere sotto scacco Pesaro. 


La strategia
Fonti ben informate fanno sapere che si stanno completando gli accordi tra la territoriale di Ancona e Confindustria Centro Adriatico per una fusione a tre che vedrebbe Simone Mariani – attuale guida del tandem Fermo-Ascoli – presidente e Bocchini vicepresidente. L’aggregazione deve però fare i conti con i tempi stretti legati alla scadenza del mandato di Mariani. Probabilmente, già tra fine febbraio ed inizio marzo dovrebbe costituirsi il comitato dei saggi per decidere la successione al vertice di Centro Adriatico. Se alleanza deve essere, dunque, la finestra utile per portarla a casa è di circa due mesi: in questo lasso di tempo, si inserirebbe nello statuto anche la proroga di Mariani alla presidenza così da ovviare al problema della scadenza. Se invece nel frattempo venissero nominati i saggi, il percorso si farebbe più complicato.

Dal canto suo, la territoriale di Pesaro si sente tradita dall’ex consorella e la frattura con Ancona appare molto più profonda di quanto si potesse immaginare.


Non si torna indietro
A testimoniarlo, la votazione dell’assemblea dei soci sullo scioglimento del vincolo con l’associazione Marche Nord: su 1040 voti validi – una presenza senza precedenti, perché il tetto massimo di voti dell’intera associazione è di circa 1400 –, il 99% è stato per l’addio ad Ancona e solo due imprenditori si sono opposti. A Palazzo Ciacchi il malumore è palpabile: «Sui progetti per il rilancio dell’economia marchigiana, provata dal Covid, e sull’ipotesi di un’aggregazione a perimetro regionale, noi ci siamo – è il commento che filtra dalla territoriale di Pesaro –, ma passare altro tempo ad elaborare statuti non è la nostra priorità». Politically correct, ma il messaggio è chiaro. Le ultime scelte di Ancona fanno sorgere non poche questioni irrisolte con l’ex consorella, che ora si chiede: se davvero c’era la volontà di mantenere operativa Confindustria Marche Nord, perché Bocchini ha avanzato l’ipotesi di uno scioglimento pochi minuti dopo l’insediamento di Papalini? Perché il presidente dorico ha inoltrato ai probiviri romani un fascicolo che poi si è concretizzato nella richiesta – per usare un eufemismo – da Viale dell’Astronomia di dimissioni dello stesso Papalini? Domande che, ad oggi, non hanno risposte ufficiali.


I rischi
I vertici dorici, in più di un’occasione, avevano cercato di evitare la nomina dell’imprenditore pesarese – prevista dallo statuto – chiamando in causa anche Confindustria nazionale. Ora hanno ottenuto ciò che volevano e se porteranno a casa anche la fusione con Centro Adriatico, il peso specifico di Ancona sarà più rilevante a livello regionale, mentre Pesaro rischia l’isolamento, così come Macerata, decapitata di recente del suo presidente Guzzini. 

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