«Tornare a casa? Stima impossibile». Il commissario straordinario alla Ricostruzione Castelli fa il punto

«Tornare a casa? Stima impossibile». Il commissario straordinario per le Marche Castelli fa il punto
«Tornare a casa? Stima impossibile». Il commissario straordinario per le Marche Castelli fa il punto
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 1 Marzo 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 10:26

MACERATA- Guido Castelli, commissario straordinario alla Ricostruzione post sisma: a quasi 7 anni dalle scosse che hanno sfregiato il Centro Italia, sono 1.750 i nuclei familiari ancora nelle Sae.

Com’è possibile che siamo ancora a questo punto?
«Le criticità vissute della ricostruzione post sisma del 2016 sono note. Una falsa partenza che per i primi anni ha scontato gli effetti di un modello emiliano risultato inadeguato. Poi ci sono stati gli eccessi di burocrazia, la concorrenza con il Superbonus 110%, la scarsità delle imprese e dei professionisti, la speculazione sui prezzi. Ora però guardiamo avanti, non è tempo di recriminazioni».

 
Certo, si guarda avanti. Ma dopo quasi 7 anni le casette iniziano a presentare problemi come infiltrazioni di acqua e muffa. Come state intervenendo per limitare almeno questo disagio a chi ancora è costretto a vivere lì?
«La struttura commissariale non si occupa direttamente delle casette, che rientrano nella competenza della Protezione civile.

La mia pregressa esperienza di assessore regionale alla ricostruzione mi consente di dirvi, tuttavia, che dal luglio 2020 la manutenzione delle Sae è affidata all’Erap grazie ad una convenzione sottoscritta tra la Regione e l’Ente». 

Diversi assegnatari delle Sae dicono che a questo tipo di problematiche stanno ponendo rimedio da soli.
«L’affidamento a Erap di questa attività permette un intervento risolutivo delle problematiche che possono presentare le Sae. L’attenzione della Regione è costantemente rivolta alla qualità della vita di coloro che vivono nelle casette, specie durante il periodo invernale, quando i disagi possono essere superiori».

In che modo?
«Abbiamo concesso, ai Comuni che ne hanno fatto richiesta, fondi per dotare le aree Sae di idonei generatori di corrente, in modo da mantenere costante l’erogazione dell’energia elettrica, anche in caso di sospensione della stessa causa maltempo».

Quanto ci vorrà perché possano tornare alle loro case?
«Non è ancora possibile dirlo. Sono commissario solo da un mese e posso dire questo: nel cratere mancano ancora 25mila pratiche per la ricostruzione privata. Questo rende impossibile fare una stima dei tempi».

Molti terremotati nelle Sae si sono di recente visti recapitare la richiesta di contributo da corrispondere per i canoni mensili arretrati da inizio 2021: perché?
«La richiesta di contributo riguarda esclusivamente i nuclei che vivono nelle casette e che non presentano i requisiti per l’assistenza alloggiativa emergenziale. Se un nucleo non ha più i requisiti, esce dall’assistenza emergenziale e se rimane in Sae è tenuto a corrispondere un contributo per il suo utilizzo. È possibile che alcuni cittadini che beneficiano delle Sae non abbiano effettuato la dichiarazione di mantenimento del possesso dei requisiti che doveva essere resa alla Protezione civile entro il 15 ottobre scorso».

E cosa si può fare per evitare ai cittadini terremotati anche questo salasso?
«Stiamo lavorando per consentire a quanti, in buona fede, non hanno fatto la dichiarazione di essere reintegrati. Questo non vale per quei furbetti che magari, per conservare il cas, non danno impulso alla ricostruzione della propria casa».

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