ANCONA Il nervo scoperto della sanità territoriale. Il problema della carenza cronica di medici di base è noto e ben distribuito lungo tutto lo Stivale. E le Marche non fanno eccezione. A settembre 2021, ne mancavano all’appello già 98 e, nel corso del 2022, il saldo negativo è salito a 147. Una situazione destinata a peggiorare, visti i pensionamenti imminenti: se nel 2022 sono andati in quiescenza in 59, nel 2023 saranno 77 i medici di famiglia che usciranno dal sistema per raggiunti limiti di età e nel 2024 si toccherà il numero record di 107.
Lo scenario
«A questi ritmi, il 10% dei marchigiani rischia di restare senza medico di base.
I tentativi
Intanto, ci si muove in ordine sparso per far fronte alle richieste del territorio: l’Ast 4 di Fermo, per esempio, ha fatto sapere che sono in fase di attuazione diversi interventi per sopperire alle carenze di medici di medicina generale riscontrate nei Comuni. Nello specifico, ad Amandola è in fase di ultimazione la procedura per la copertura di un incarico provvisorio, come anche nel Comune di Monte Urano. In corso di definizione anche gli incarichi per incrementare la copertura del servizio di medicina di base a Monte San Pietrangeli e Fermo. A Porto Sant’Elpidio sono stati già assegnati gli incarichi per tre medici, uno a tempo indeterminato e due temporanei. Soluzioni tampone e in ordine sparso, si diceva, che tuttavia non risolvono un problema molto più generalizzato. Ma come si esce da questo vicolo cieco, dunque?
La ricetta
Abbozza una ricetta Magi: «Bisogna approntare un’organizzazione adeguata per far fronte alle tante richieste dei pazienti. Anche a fronte della riduzione del numero di medici di base, se ci fosse l’organizzazione giusta il problema sarebbe molto più circoscritto». E per cosa passa questa organizzazione adeguata? «Se i medici di base potessero contare sulla strumentazione di diagnostica e su una squadra in studio, riuscirebbero a gestire la presa in carico territoriale e i percorsi di salute. Magari un collaboratore di studio di supporto per le parti del lavoro non strettamente cliniche, come ad esempio il montaggio dell’elettrocardiogramma. In questo modo, il medico potrebbe occuparsi solo della parte clinica. Si deve dunque lavorare su una più corretta gestione dell’organizzazione». Nel frattempo, l’emorragia prosegue e 150mila marchigiani rischiano di restare scoperti.
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