Capitale della Cultura, le Marche scelgono Ascoli e Pesaro si infuria: «Ce l'avete con noi?»

Capitale della Cultura, le Marche scelgono Ascoli e Pesaro si infuria: «Ce l'avete con noi?»
Capitale della Cultura, le Marche scelgono Ascoli e Pesaro si infuria: «Ce l'avete con noi?»
di Andrea Taffi
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Giovedì 28 Gennaio 2021, 09:25

ANCONA - La notizia è questa: la Regione Marche ieri ha ufficialmente appoggiato la proposta avanzata da Ascoli di candidatura a capitale italiana della cultura per il 2024. L’avance della città delle cento torri giunge a pochi giorni dalla identica mossa partita dalla città di Pesaro. Stavolta, però, senza endorsement da palazzo Raffaello.

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Nel mondo, quello della politica, in cui non esistono le coincidenze la disparità di trattamento diventa immediatamente un caso politico. Così come, in senso inverso, era un caso politico la richiesta inevasa di tamponi rapidi per studenti e docenti al rientro in classe avanzata dal Comune di Pesaro mentre tra Amandola e Area Vasta 5 la Asur aveva assicurato la cessione di strumenti diagnostici antigenici per lo stesso motivo.

Non è dato sapere se tra le due vicende possa esserci un nesso, certo è conclamata la rotta di collisione tra la Regione di centrodestra e uno dei leader Pd delle Marche, il sindaco pesarese Matteo Ricci.

O viceversa, s’intende, secondo i punti di vista del caso. Tutto questo accade ad appena dieci giorni dalla bocciatura nello stesso concorso (ma per il 2022) di Ancona. Dibattiti e amarezza per sottolineare che bisogna restare uniti in una regione piccola come la nostra ed ecco che, tempo pochi giorni, si ricomincia daccapo. È altrettanto evidente che con un timing del genere non ci siano solo ambizioni culturali sul piatto. Il centrodestra non scherza: come accaduto con l’Anci Marche (dove mandò a candidarsi Bacci per creare problemi alla Mancinelli), come accaduto nelle commissioni del consiglio regionale dove ha spogliato il Pd anche delle vice presidenze, come accaduto con gli ospedali depotenziati, la nuova maggioranza in Regione non è disposta a trattare su nulla. Al contrario, è onnivora. I maligni dicono che quella del sindaco piceno Fioravanti sia pura azione di disturbo (e non ci vogliono i visori notturni per capirlo). Ricci non parla, per adesso. Ha mandato avanti la consigliera regionale pesarese del Pd, Vitri: «Sembra quasi una guerra tra territori, ma la speranza è che sia piuttosto un’altra distrazione del presidente Francesco Acquaroli». Le ha risposto il consigliere conterraneo di FdI, Baiocchi: «Evitino di creare finti incidenti diplomatici e collaborino per superare questo difficile momento». Mettetevi comodi, sarà solo l’inizio.

Fioravanti: «Niente braccio di ferro, siamo in corsa da tempo»

Sindaco Marco Fioravanti, perché la candidatura di Ascoli a Capitale italiana della cultura 2024?
«È un’idea che ho da quando mi sono insediato a Palazzo Arengo. Negli ultimi anni Ascoli è cresciuta molto dal punto di vista culturale. Ha ospitato varie iniziative di interesse. Ho ritenuto che fosse giunta l’ora di alzare l’asticella. Ascoli è una delle città più belle del centro Italia e il mondo deve saperlo».
Teme di non portare a casa il risultato?
«No, perché Ascoli ha tutti i requisiti per farcela. Per riuscire nell’impresa, tuttavia, occorre convogliare tutte le energie in una stessa direzione. Le Marche hanno grandi potenzialità ed invito istituzioni, associazioni e cittadini della regione a dare un contributo alla redazione del nostro progetto».
Intanto ha incassato l’endorsement della Regione.
«La giunta comunale ha deliberato la candidatura ed ha chiesto formalmente l’appoggio alla Regione che con un atto lo ha concesso, inserendo un suo rappresentante (l’assessore Latini, ndr) nel comitato tecnico che redigerà il progetto».
E Pesaro si è risentita. È cambiato il vento politico e la città rossa è stata messa all’angolo?
«Non abbiamo fatto altro che chiedere l’appoggio e la Regione, che ringrazio, ce lo ha garantito. Ci siamo mossi un anno fa. Abbiamo ritirato la candidatura per l’anno 2022, lasciando spazio ad altre città delle Marche a cui abbiamo dato il nostro sostegno. Contestualmente abbiamo lanciato la sfida per il 2024. Tutti fatti noti».

Vimini: «Iniziamo a pensare che vogliano ostacolarci»

Daniele Vimini vicesindaco di Pesaro, sgambetto da Ascoli Piceno o dalla Regione?
«Apprendiamo con piacere che Ascoli Piceno abbia deciso di candidarsi a Capitale italiana della Cultura 2024. È una scelta che alza il livello qualitativo di una competizione di calibro nazionale, che sarà valorizzata dalla presenza di due città che con le loro diverse progettualità, arricchiranno sia la dimensione culturale della sfida, sia la visibilità dell’intero territorio marchigiano». 
Dunque tutto tranquillo?
«Se da una parte siamo pronti e felici di giocare la partita con uno sfidante marchigiano, dall’altro siamo increduli per la notizia lanciata dalla stessa Regione che comunica il sostegno di presidente e assessore alla Cultura alla sola candidatura del Comune di Ascoli. Un vero e proprio endorsement che non prende in considerazione il fatto che Pesaro avesse già annunciato la volontà di competere al riconoscimento, a dicembre in via ufficiosa e venerdì in via ufficiale». 
Sgambetto o caduta di stile?
«Al di là della caduta di stile iniziamo a pensare che da parte della Regione ci sia la volontà di ostacolare Pesaro, a prescindere dalle opportunità che si presentano. Ci chiediamo quindi se lo stesso argomentato entusiasmo vale anche per Pesaro o altre candidature marchigiane che dovessero maturare. Ci auguriamo proprio di sì. Oggi stesso (ieri ndr)a mandare al presidente Acquaroli la nostra richiesta di sostegno. Anche se non avevamo capito si trattasse di una gara di velocità. 

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