ANCONA - Caldo eccezionale, una situazione meteorologica che se da un lato porta in evidenza quanto stia cambiando il clima, dall'altro porta in evidenza quello che sarà il problema degli anni a venire: la carenza d'acqua. Lo afferma il climatologo Massimiliano Fazzini, geologo all'Università di Camerino e Coordinatore del Team sul Rischio climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale, a commento della situazione meteo che stiamo attraversando. Dopo il ritardo della primavera, il caldo improvviso.
La riflessione di Fazzini parte dalle condizioni oggettive. Afferma, infatti, che «l’ondata di caldo di matrice subtropicale subcontinentale (un mix di condizioni azzorriane e subsahariane) sta apportando condizioni di caldo intenso, con valori di 4-6°C oltre le medie del periodo ma non particolarmente afoso (i tassi di umidità relativi non sono mediamente così elevati) ed i termometri, in particolare sulla Sicilia centrorientale, hanno toccato valori superiori ai 40°C».
A preoccupare non è solo l'aumento della temperatura, quanto il ripetersi di questi fenomeni. Secondo Fazzini, infatti, «che il clima sia più “estremo” lo possiamo realmente osservare tutti; siamo passarti da una primavera instabile e lenta a declinare verso l’estate a temperature decisamente elevate. Ma evidentemente, se un certo valore di qualunque parametro meteorologico si propone molto raramente, esso statisticamente viene inquadrato come evento raro e non dipende direttamente dal cambiamento climatico in atto ma se si verifica una ripetitività più o meno costante, ad esempio una o più volte ad estate o ogni anno, allora è molto probabile che il valore sia il risultato del riscaldamento globale in atto».
Da qui una considerazione che travalica il presente e guarda in prospettiva quello che potrà accadere: un vero e proprio grido di allarme sulla necessità di una corretta gestione della risorsa acqua.