Caldo africano, l'allarme del climatologo Fazzini: «Rischiamo la mancanza di acqua»

Il climatologo Massimiliano Fazzini docente di Unicam
Il climatologo Massimiliano Fazzini docente di Unicam
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Mercoledì 23 Giugno 2021, 16:18 - Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 09:13

ANCONA - Caldo eccezionale, una situazione meteorologica che se da un lato porta in evidenza quanto stia cambiando il clima, dall'altro porta in evidenza quello che sarà il problema degli anni  a venire: la carenza d'acqua. Lo afferma il climatologo Massimiliano Fazzini, geologo all'Università di Camerino e Coordinatore del Team sul Rischio climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale, a commento della situazione meteo che stiamo attraversando. Dopo il ritardo della primavera, il caldo improvviso.  

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La riflessione di Fazzini parte dalle condizioni oggettive. Afferma, infatti, che «l’ondata di caldo di matrice subtropicale subcontinentale (un mix di condizioni azzorriane e subsahariane) sta apportando condizioni di caldo intenso, con valori di 4-6°C oltre le medie del periodo ma non particolarmente afoso (i tassi di umidità relativi non sono mediamente così elevati) ed i termometri, in particolare sulla Sicilia centrorientale, hanno toccato valori superiori ai 40°C».

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A preoccupare non è solo l'aumento della temperatura, quanto il ripetersi di questi fenomeni. Secondo Fazzini, infatti, «che il clima sia più “estremo” lo possiamo realmente osservare tutti; siamo passarti da una primavera instabile e lenta a declinare verso l’estate a temperature decisamente elevate. Ma evidentemente, se un certo valore di qualunque parametro meteorologico si propone molto raramente, esso statisticamente viene inquadrato come evento raro  e non dipende direttamente dal cambiamento climatico in atto ma se si verifica una ripetitività più o meno costante, ad esempio una o più volte ad estate o ogni anno, allora è molto probabile che il valore  sia il risultato del riscaldamento globale in atto».

Da qui una considerazione che travalica il presente e guarda in prospettiva quello che potrà accadere: un vero e proprio grido di allarme sulla necessità di una corretta gestione della risorsa acqua.

Conclude, infatti, Fazzini: «certo è che il connubio tra punte di calore estreme e maggiore frequenza delle ondate di calore (almeno 5 giorni con temperatura massima maggiori di 34°C) e l’irregolarità delle precipitazioni (sempre meno frequenti ma più intense) sta favorendo una maggiore evaporazione e soprattutto il depauperamento naturale delle risorse idriche di qualità. La mancanza di acqua di qualità diverrà di certo una delle problematiche più “bollenti” da affrontare, anche in Italia – ha continuato -  già nel prossimo decennio. In tal senso, stiamo tentando di anticipare scientificamente i tempi, proponendo tra l’altro lo svolgimento del Forum Mondiale sull’acqua del 2024, in Italia. Fatto sta che, termicamente parlando, la famosa soglia degli 1,5°C in più rispetto all’era pre-industriale stabilita al COP 21 è oramai vicina e gli effetti sull’ambiente fisico e sugli ecosistemi potrebbero davvero rivelarsi drammatici, forse irreversibili come affermato proprio  ieri dall’ONU. E’ tempo di agire».

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