Caccia, allarme degli ambientalisti: «Ogni anno nelle Marche 60 tonnellate di piombo»

Caccia, allarme degli ambientalisti: «Ogni anno nelle Marche 60 tonnellate di piombo»
Caccia, allarme degli ambientalisti: «Ogni anno nelle Marche 60 tonnellate di piombo»
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Mercoledì 8 Gennaio 2020, 10:57

ANCONA - La caccia: un hobby o una carneficina. Non esiste una via di mezzo per chi è a favore e per chi è contro l’attività venatoria, a meno che non si parli di abbattimento selettivo utile a tenere sotto controllo alcune specie che potrebbero danneggiare l’ambiente. Ma adesso le associazioni ambientaliste puntano il dito anche sugli effetti collaterali che questa pratica potrebbe causare alla salute pubblica, come l’emissione di ingenti quantità di piombo. Sessanta tonnellate all’anno, secondo i calcoli di associazione Amici Animali Osimo, Enpa, Lac, Lav, Lipu, Lupus in Fabula e Wwf Marche. 



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«Se consideriamo che mediamente vengono sparate due cartucce per abbattere ogni esemplare di fauna selvatica - si legge nella nota - , comprendendo anche tutti i colpi andati a vuoto e che una cartuccia contiene circa 30 grammi di pallini di piombo, ogni anno vengono rilasciati nell’ambiente della Regione Marche circa 60 tonnellate di piombo con effetti devastanti sulla salute pubblica». Contaminazioni attualmente al vaglio della commissione Ue per una eventuale restrizione dell’uso del piombo in tutte le munizioni. «Impressionante infatti è l’impatto del rilascio di piombo, sostanza altamente tossica per l’uomo e l’ambiente, nel terreno e nelle zone umide», conclude il documento. Ma le associazioni, dopo avere preso visione dei dati regionali delle ultime due stagioni venatorie, hanno anche tirato le somme degli animali uccisi dai cacciatori marchigiani: ovvero un milione di esemplari abbattuti in ogni stagione. «Sono oltre 24mila i cacciatori nelle Marche - proseguono gli ambientalisti - e questo vuol dire che mediamente ogni anno, ogni cacciatore abbatte circa 40 animali che appartengono all’intera collettività, essendo la fauna selvatica patrimonio indisponibile dello Stato, pagando oltretutto una cifra irrisoria per appropriarsi legittimamente di questo preziosissimo bene ambientale». 

Le contraddizioni
Le cifre ufficializzate dalla Regione Marche sono state passate al vaglio dalle associazioni ambientaliste che hanno contestato le cifre. «Nelle tabelle pubblicate sul nuovo Piano Faunistico Venatorio, dichiara 93.282 esemplari abbattuti nel 2016 e 78.033 nel 2017. Ma da documenti della stessa Regione Marche trasmessi nel 2018 all’Istituto superiore protezione e ricerca ambientale, sappiamo che nel 2016 sono stati abbattuti 114.108 esemplari di Storno, mentre nel 2017 gli abbattimenti furono 87.621, numeri quindi di gran lunga superiori di almeno il 15%.». Senza contare tutti gli abbattimenti non annotati che spariscono dal conteggio, come i capi abbattuti o mortalmente feriti e mai ritrovati « ad esempio nella caccia ai colombacci, dove i capi non recuperati sono moltissimi. Inoltre - insistono gli ambientalisti - anche gli stessi dati forniti dalla Regione appaiono quantomeno contraddittori: per tre specie ad esempio (Beccaccino, Combattente e Cornacchia Grigia) i dati sono identici, per cui c’è sicuramente un grossolano errore, frutto del copia-incolla o della superficialità».

Dai dati al nodo ambientale nelle Marche continua il braccio di ferro sulla caccia con le associazioni in prima fila, pronte a dichiarare battaglia anche sotto il profilo legale per «impedire o limitare questa carneficina e per cancellare la caccia dalle promesse elettorali».

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