ANCONA - La protesta culminerà domani in una manifestazione nazionale a cui parteciperanno anche gli operatori balneari aderenti a Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti. Appuntamento alle 11 in piazza SS.Apostoli a Roma contro quella che è stata definita «una legge vergogna». Parte anche dalle Marche la protesta per la direttiva Bolkestein che ha scosso nel profondo uno dei settori economici trainanti della regione, mentre ieri la commissione Turismo ha ascoltato le associazioni sul “decreto concorrenza” che contiene anche una norma per riassegnare le attuali concessioni balneari tramite gare pubbliche entro il 2023.
Il nodo
Una data, quella del 31 dicembre 2023, giudicata irricevibile dalle associazioni di categoria audite ieri dai commissari Senatori. In particolare il responsabile Cna Balneari, Cristiano Tomeni, ha evidenziato la necessità di una mappatura delle attività per tipologia delle concessioni, ma anche «dei costi sostenuti non solo per i canoni demaniali ma anche per l’imposta sugli immobili e per le attività di pulizia e di vigilanza». La scadenza ipotizzata potrebbe anche «creare un ingorgo amministrativo negli uffici comunali che si troveranno a gestire le pratiche».
Le contestazioni
Parole che ha ripetuto ieri in commissione Senato: «Non possiamo pensare - spiega Ricci - che altri vengano a gestire la nostra impresa su cui abbiamo lavorato e investito. Il governo dovrebbe inviare una lettera all’Ue in cui si dice che l’Italia procede a spostare i confini demaniali per far sì che tutte le imprese rientrino nel territorio nazionale. E i balneari dovrebbe avere la possibilità di acquisire le aree, che ormai sono urbanizzate e non più parte del demanio». Il presidente del Sib, Sindacato italiano balneari aderente a Fipe Confcommercio, Antonio Capacchione non è tenero: «Noi balneari contestiamo questa legge in cui non siamo stati coinvolti e in cui non sono state coinvolti regioni e comuni. Per questo giovedì scenderemo in piazza».
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