Maratona sul bilancio regionale, resa dei conti: il 30% del budget speso per investimenti. Mangialardi (Pd) attacca

Maratona sul bilancio regionale, resa dei conti: il 30% del budget speso per investimenti
Maratona sul bilancio regionale, resa dei conti: il 30% del budget speso per investimenti
di Maria Cristina Benedetti
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Giovedì 29 Dicembre 2022, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 08:20

ANCONA Centrale e terminale. Il bilancio regionale secondo il Pd è in bilico tra il vuoto pneumatico e lo scandaloso. «Il prossimo – tuona Maurizio Mangialardi – sarà da campagna elettoralel capogruppo Pd parla di «ingorgo istituzionale, che è la sintesi delle modalità messe in campo». La conferenza dem precede la seduta-fiume del consiglio per l’approvazione, che sarebbe arrivata a notte fonda. Si spara a salve sulla maggioranza: «Con questo documento finanziario si tende a marginalizzare un territorio». L’inevitabile «quando c’eravamo noi» viene rispedito al mittente da Francesco Baldelli con un numero secco, o meglio una percentuale: 30,33%. «È questo – è tagliente l’assessore a Infrastrutture&Trasporti – il peso specifico delle risorse in bilancio destinate agli investimenti, la metà delle quali destinate alle infrastrutture».


Il controcanto


Il suo controcanto di bandiera: «Quando al governo c’era il centrosinistra, nel 2019 si era appena al 7%». Insiste: «La Regione centra una tripletta vincente, moltiplica per tre le risorse disponibili. Abbiamo messo in campo un Fondo rotativo, giunto a quota 12 milioni, una voce che mancava da oltre dodici anni dai bilanci regionali e che consente di scaricare a terra opere fondamentali per la nostra regione».

I capigruppo di maggioranza Jessica Marcozzi (Fi), Carlo Ciccioli (FdI), Renzo Marinelli (Lega), Giacomo Rossi (Civici Marche), Dino Latini (Udc-Popolari Marche) compattano il fronte: «È una manovra economica all’insegna della prudenza, ma con la quale stiamo ponendo le basi per centrare la gran parte degli obiettivi che ci siamo prefissati in diversi ambiti e settori all’inizio della legislatura. Un bilancio che cerca di guardare e andare incontro alle esigenze delle categorie più deboli e, in maniera particolare, al sistema sanitario che sta soffrendo». In una conferenza a margine della seduta consiliare non mancano le stoccate all’ex maggioranza di centrosinistra: «Il bilancio ripiana disastri del passato».

Rammentano: «Si è deciso di concentrare le risorse disponibili per cofinanziare con 140 milioni progetti europei che svilupperanno investimenti per 1,36 miliardi».

E ancora: «Il bilancio prevede nel prossimo triennio oltre 9 milioni di euro per la medicina territoriale e per implementare e velocizzare l’apertura delle Case della Comunità e delle Case della Salute». Ciccioli taglia corto: «Stiamo realizzando tante cose, né di destra né di sinistra, annunciate ma che non erano state fatte». Punto. 


Va di slogan Fabrizio Cesetti, da relatore di minoranza qual è: «Non bilancio». Assesta l’affondo: «Sono presenti solo risorse obbligatorie o vincolate, mentre quelle che dovevano essere destinate a priorità, come famiglie e attività messe in crisi dalle varie emergenze, vanno a mancette da 80mila euro, gestite da ciascun consigliere di maggioranza per il territorio». Il Gruppo Pd boccia su tutta la linea il bilancio di previsione 2023-2025 e il Documento di economia e finanza. Ma non fa ostruzionismo.


Le barricate 


La seduta, iniziata con oltre due ore di ritardo, sarebbe proseguita in notturna. Durante la discussione sulla Legge di Stabilità vengono proposti 80 emendamenti, per il Bilancio di previsione ne sono depositati 40. Dalle barricate dem Anna Casini, Antonio Mastrovincenzo, Manuela Bora e Micaela Vitri imputano alla maggioranza una mancanza di «visione e prospettiva». Tra le contestazioni mosse da Cesetti sul bilancio («circa 5 miliardi, il cui 75% per la sanità») emerge quella sull’esiguità di fondi anti-dissesto idrogeologico: «Appena 21 milioni su tre anni per i fiumi. Io, da presidente della Provincia di Fermo, nel 2011 destinai 13,6 milioni in un anno dopo l’alluvione a Casette d’Ete». La spina nel fianco: «Sono state tolte risorse per coprire la Tabella E: un mercato indecoroso di marchette elettorali», attacca ancora utilizzando lo stesso termine che gli era stato attribuito dalle opposizioni per la sua Tabella C, quand’era assessore al Bilancio nella giunta Ceriscioli. Si chiede poi di posticipare al 2024 l’entrata in vigore della Riforma del servizio sanitario regionale. Il motivo: «Non può essere attuata a invarianza finanziaria e in assenza di risorse». Giornata senza fine. Il Consiglio approva a maggioranza il Documento di economia e finanza, l’atto che definisce le linee strategiche. La notte è lunga.

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