Banca Marche, domani l'udienza
davanti al Gup è a rischio rinvio

Palazzo di Giustizia ad Ancona
Palazzo di Giustizia ad Ancona
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Lunedì 29 Febbraio 2016, 15:40 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 14:49

ANCONA - Potrebbe slittare ad altra data, a causa dell'impedimento del difensore di Davide Degennaro, presidente di Interporto Puglia, l'udienza in programma domani davanti al gup di Ancona Paola Moscaroli nel procedimento stralcio dell'inchiesta sul 'bucò miliardario di Banca Marche. Gli altri imputati sono Massimo Bianconi, ex direttore generale dell'istituto di credito, e l'imprenditore Vittorio Casale. Per tutti l'accusa è quella di corruzione tra privati. Sarà il gup a valutare in aula l'istanza depositata dal legale a causa di un precedente impegno processuale.

Lo scorso ottobre, la Procura aveva fatto sequestrare dalla Guardia di Finanza beni per 15 milioni di euro riconducibili ai tre indagati: venti conti correnti, quote di società, due abitazioni a Bologna, una a Parma e due a Roma, tra cui una palazzina in via Archimede, ai Parioli, intestata a una società di familiari di Bianconi. I due episodi contestati ruotano attorno proprio all'immobile di via Archimede che apparteneva a una società facente capo a Casale e sarebbe stato utilizzato per ripagare Bianconi della concessione di linee di credito in assenza di condizioni: l'immobile venne acquisito da una ditta riconducibile a Bianconi che avrebbe lucrato sulla differenza tra il costo del mutuo e una locazione per l'utilizzo dello stabile pagata da un'altra azienda facente capo a Casale. Degennaro, anch'egli presunto beneficiario di aperture di credito agevolate, sarebbe subentrato, dopo l'arresto di Casale nel 2011 per una vicenda distinta da Banca Marche, per continuare a far avere a Bianconi il 'prezzò della corruzione tra privati con un'operazione simulata di acquisto dello stesso palazzo.

Intanto si attende la conclusione dell'inchiesta "madre" su Banca Marche che coinvolge 37 persone - una nel frattempo è deceduta - tra ex vertici di Banca Marche e Medioleasing, ex componenti del Cda e imprenditori, accusati a vario titolo di reati che vanno dall'appropriazione indebita aggravata alla corruzione tra privati, dal falso in bilancio e in prospetto, alle false comunicazioni sociali e ostacolo all'esercizio della vigilanza. In 12 devono rispondere di associazione per delinquere.
 

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