La miniera d’oro chiamata Autovelox. A Recanati se ne cambiano due, Osimo ne rivuole uno. La strategia? Pareggiare i conti in epoca Covid (ma non solo)

La miniera d’oro chiamata Autovelox. A Recanati se ne cambiano due, Osimo ne rivuole uno. La strategia? Pareggiare i conti in epoca Covid (ma non solo)
La miniera d’oro chiamata Autovelox. A Recanati se ne cambiano due, Osimo ne rivuole uno. La strategia? Pareggiare i conti in epoca Covid (ma non solo)
di Martina Marinangeli
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Sabato 8 Gennaio 2022, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 16:10

ANCONA - La guerra degli autovelox. Disseminati lungo le strade marchigiane - quasi 600 solo nelle arterie comunali con il limite di 50 km/h -, sono l’incubo degli autisti e, sebbene il loro ruolo primario sia quello di prevenire incidenti garantendo la sicurezza stradale, spesso e volentieri vengono utilizzati per rimpinguare le casse comunali.

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La questione è tornata d’attualità sull’onda delle proteste scatenate dall’autovelox mobile di Belforte del Chienti, operativo in un tratto della superstrada dove sono in corso dei lavori: il limite è dunque a 40 km/h, ben al di sotto di quello vigente nel resto della Ss77. La decisione di piazzare proprio lì il telelaser è stata definita «un vero agguato», e contro le sanzioni comminate è stato predisposto un primo ricorso collettivo. Stessa sorte è toccata anche a Caldarola. C’è poi il comune di Osimo, che pensa di riattivare l’autovelox dell’Aspio (spento da 7 anni); a Recanati si sostituiscono i due già operativi lungo la Regina con un modello di ultima generazione, mentre a Monteprandone si intensificano i controlli con utilizzo di telelaser nelle principali arterie una volta a settimana. 


Entrate sicure
Così, se in certi casi, questi strumenti hanno davvero un effetto deterrente sull’alta velocità, in altri vengono tacciati di essere posizionati al solo scopo di far fare cassa ai comuni.

Una tassa extra per ripianare le eventuali falle nei bilanci, sempre più risicati, degli enti locali. Di sicuro, la voce “multe e sanzioni” – che non riguarda solo gli autovelox – rappresenta un’entrata non da poco per alcuni comuni. Prendendo in esame alcuni di quelli fin qui citati, salta all’occhio come, alla voce Proventi derivanti dall’attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti nei bilanci preventivi e consuntivi, il comune di Monteprandone (12.800 anime) dichiari una previsione di competenza per il 2021 pari a 262.500 euro e per il 2022, a 263mila. Cifra che, per il 2023, arriva a 303mila euro. Parecchi soldi per una realtà così piccola. «Le sanzioni per alta velocità sono economicamente molto pesanti - spiega il comandante della polizia locale di Monteprandone, Eugenio Vendrame -, dunque ad una cifra del genere ci si arriva. Da quando sono ho preso servizio a Monteprandone, ho riattivato un sistema che prevede quattro controlli al mese con autovelox mobili, nelle arterie viarie più problematiche. È logico che quando si fanno controlli di questo genere, ci sia un aumento esponenziale delle entrate. Sottolineo però che i problemi stradali sono diminuiti, proprio perché gli automobilisti sanno che ci sono i controlli».


La scelta dei sindaci
Della bontà dell’utilizzo degli autovelox è convinto il sindaco di Recanati Antonio Bravi. «Dopo 10 anni, i due lungo la Regina erano diventati obsoleti ed andavano cambiati - osserva il primo cittadino, che aggiunge -: si dipingono sempre i comuni come assetati di entrate, ma in quel tratto, a Romitelli, prima c’erano molti incidenti, anche gravi. Da qualche anno, non succede più nulla e si sono di molto ridotte anche le sanzioni: chi conosce la strada, infatti, sa che in quel tratto c’è il limite di 70 km/h e si adegua. Lo scopo è sempre la sicurezza: chi si lamenta, non vuole rispettare le regole del codice della strada». C’è poi lo strano caso dei telelaser “in agguato” nei tratti di cantieri lungo la 77. La cosa ha visto coinvolti i comuni di Belforte e Caldarola, ma in questa storia, le amministrazioni si sono messe al fianco dei cittadini. 


E c’è chi si dissocia
«Nel 2019 abbiamo delegato, come anche Caldarola, la funzione di polizia locale all’unione montana Monti Azzurri – ripercorre le tappe il sindaco di Belforte, Alessio Vita –. Non siamo contrari all’uso di autovelox come sistema per la prevenzione dei rischi connessi all’eccesso di velocità. Ma forse l’unione montana ha abusato di questo servizio, soprattutto perché è stato svolto quando c’era un limite di 40 km/h per via dei lavori in corso. Nell’ultimo consiglio comunale del 2021, abbiamo deciso di rescindere la convenzione con l’unione montana e di riprenderci il servizio di polizia locale». Nel frattempo, è partito un ricorso collettivo. «Si tratta di una serie di sanzioni seriali irrogate illegittimamente perché su un tratto dove ci sono i lavori provvisori e, nonostante la strada sia extraurbana, viene messo un limite a 40 km/h - fa notare Alessandro Monaco, uno dei due avvocati che segue la causa -: in pratica, gli autisti inchiodano o si prendono il verbale».


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