Giampieri replica ad Acquaroli: «Progetti per 358 milioni e sette mesi di silenzio. I soldi doveva chiederli la Regione»

Giampieri replica ad Acquaroli: «Progetti per 358 milioni e sette mesi di silenzio. I soldi doveva chiederli la Regione»
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Martedì 13 Luglio 2021, 06:15

ANCONA - Dopo il duro attacco che il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha mosso venerdì scorso, ieri l’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Adriatico Centrale, Rodolfo Giampieri ha scritto una lettera al governatore nella quale ha ribattuto punto su punto alle accuse mossegli di inerzia e inefficacia. Siamo in grado di pubblicare il testo integrale.



Egregio Presidente Acquaroli, 
mi trovo costretto a chiarire dopo i Suoi attacchi alla mia persona e all’Autorità di Sistema Portuale, che ho avuto l’onore di presiedere sino alla scorsa settimana.

Lo faccio per amore di verità certo, ma anche per senso di responsabilità, pure verso chi lavora all’interno della struttura, perché lo spettacolo che ha messo in scena stride davvero rispetto alla serietà che impone la gestione di un sistema portuale che occupa 9000 persone, che è al centro delle politiche europee e che deve uscire, come l’intero Paese, dalla fase difficilissima della pandemia. 


I fondi Pnrr
Inizio con la questione specifica sui fondi del Pnrr. Le cose stanno così. Fin dal giorno in cui Lei si è insediata ha ricevuto programmi e schede tecniche da parte dell’AdSP, relative ai progetti da finanziare per i porti delle Marche. Le mando tutte le lettere ufficiali se non le ritrova. Le richieste e i progetti erano pari a 358 milioni di euro e sono stati regolarmente inoltrati dalla Regione al Ministero Infrastrutture. Sarebbe stato preciso compito della Regione trattarle con gli organismi ministeriali competenti. Cosa è stato fatto? 


La via alternativa
E per fortuna che i miei collaboratori si erano mossi per trovare comunque altri canali di finanziamento, su Fondi del ministero (con il collegato tecnico del DL51/2021), e avevano fatto richieste per 137 milioni di euro in questi mesi, da cui sono scaturiti i 20 di questi giorni. In questo percorso abbiamo lavorato purtroppo senza la sua collaborazione. Ma sono 7 mesi che non ha tempo di incontrarmi, Lei che si è tenuto la delega ai porti marchigiani. Come se il destino dei porti fosse una questione personale e non una precisa responsabilità della Regione.


La mia governance
In questi anni, con la mia governance e con il supporto delle istituzioni locali una strategia di sviluppo, sui porti tutti e su Ancona in particolare, è stata perseguita: rafforzare il traffico merci, consolidare la leadership sui traghetti che ci consente di essere centrali nelle politiche europee sui trasporti, supportare il grande sviluppo della cantieristica, dare una prospettiva solida al turismo crocieristico, lavorare nella direzione della sostenibilità ambientale, su cui sempre di più andranno indirizzate le politiche portuali.

E infine dare spazio anche alle legittime esigenze dei cittadini per godere della vivibilità del porto nella sua zona più suggestiva. 


Gli obiettivi declinati
Se vuole le faccio solo qualche esempio di come sono stati declinati questi obiettivi: abbiamo dato piena operatività alla banchina 26, ricostruito la 22, demoliti i silos non più utilizzati per consentire ora un nuovo assetto per i traghetti ed un potenziamento dello stesso traffico. Abbiamo usato efficacemente i fondi europei: per l’intermodalità e la costruzione del binario treno di una lunghezza tale da renderla competitiva, per innovazioni tecnologiche uniche nel sistema doganale, per riqualificare e valorizzare il mercato ittico. Per l’Uscita dal porto di Ancona, insieme al Comune abbiamo spinto affinché lo Stato, attraverso l’Anas se ne assumesse la responsabilità diretta (non con un project), tanto che è in corso il progetto definitivo e le risorse sono assegnate su fondi del Ministero, da un anno circa, ben prima dell’inizio del suo mandato. E contrariamente a quanto ha trasmesso in questi giorni, le risorse economiche per la banchina 27 o per l’acquisto dell’ex Bunge le abbiamo a bilancio, da anni. Sono altre vicende, di corsi e ricorsi amministrativi, che le tengono ferme, ma i soldi ci sono. 


Il supporto alla cantieristica
Abbiamo supportato la crescita della cantieristica e l’interesse delle crociere, con interlocutori di caratura mondiale, come Fincantieri e MSC, quest’ultima manifestando poco tempo fa l’intenzione, con atti formali, di fare di Ancona un hab crocieristico. Sono progetti da portare avanti, avendone creato tutti i presupposti ed essendo già concluse molte fasi degli iter amministrativi. Quella era la nostra linea strategica, condivisa con tutte le istituzioni del territorio, gli operatori, le associazioni e le parti sociali che hanno saputo fare squadra, consapevoli che c’era un solo interesse: lo sviluppo del sistema portuale che, nel suo complesso, è una delle aziende più grandi delle Marche. Dica lei la sua strategia, se ce n’è una alternativa e soprattutto la declini in azioni operative. Come tutti coloro che guidano un’impresa o un’organizzazione, so bene che i risultati non arrivano a suon di proclami e teatrini bisogna lavorare con il coltello tra i denti per guadagnare un centimetro ogni giorno. Ci vuole serietà, competenza, compattezza e una grande determinazione. 
Nel clima di incertezza e superficialità gli operatori lavorano male e gli investitori fuggono. Il porto, non io, non se lo merita. 
Cordialmente
Rodolfo Giampieri
Ex Presidente Autorità di Sistema Portuale Mare Adriatico Centrale

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