Pettorino si insedia all'Autorità portuale e conferma: «Ancona avrà altri soldi dal ministero»

L'ammiraglio Giovanni Pettorino ieri ad Ancona
L'ammiraglio Giovanni Pettorino ieri ad Ancona
di Francesco Romi
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Giovedì 15 Luglio 2021, 03:50

ANCONA - Otto minuti di ritardo per presentarsi al primo appuntamento ufficiale con la conferma di una notizia che dovrebbe portare il sereno intorno all’Autorità di Sistema Portuale Adriatico Centrale: «Il governo vuole investire su Ancona e lavorerà per recuperare ulteriori risorse rispetto agli attuali 20 milioni previsti dal Pnrr». Otto minuti al telefono con il ministro Giovannini per avere qualche certezza in più.

Giovanni Pettorino, neo commissario straordinario, è andato all’incontro di ieri sera con il governatore Acquaroli con un messaggio chiaro: «C’è la massima attenzione del ministero sul porto di Ancona».

Una promessa che conferma quando anticipato sabato scorso dall’assessore Baldelli in Cna Ancona e dovrebbe allentare la tensione sulla guida dello scalo dorico. 

Le ragioni del governatore
Dice Pettorino: «Il governatore Acquaroli ha tutte le ragioni per chiedere un presidente.

Ma sappia che la mia figura è necessariamente transitoria e al tempo stesso in grado di garantire l’attività di lavoro». Sorrisi da ambo le parti, con la consapevolezza che il 26 luglio è la data ultima per candidarsi sul sito del Mims alla presidenza dell’Autorità e che – un po’ perché lo vieta la Legge Madia, un po’ perché vuole fare «il marito e il nonno a tempo pieno dopo 44 anni di servizio» – l’attuale commissario non sembra (ad oggi) voler concorrere alla poltrona di presidente, il cui nome potrebbe arrivare entro la fine dell’estate se l’iter procedurale dovesse filare spedito. Significa anche che la battaglia politica che si protrae da quasi un anno e che ha impedito l’insediamento di una guida stabile andrà avanti come e più di prima.


Il ritorno nelle Marche
Il ritorno di Pettorino ad Ancona, sette anni e mezzo dopo i 3 anni come Direttore Marittimo delle Marche non era previsto. Il 23, l’ammiraglio ha in programma il passaggio di consegne al nuovo comandante generale delle Capitanerie di Porto, e dal giorno dopo sarà messo in quiescenza. «Ho visitato 288 comandi di tutta Italia e salutato gli undicimila tra donne e uomini al servizio degli interessi importanti del Paese – ha detto ieri con orgoglio -, lasciando per ultima la Sezione Mare di Falconara. Volevo tornare ad Ancona solo per salutare chi aveva lavorato con me». Invece ad Ancona dovrà rimanerci. Nella migliore delle ipotesi per tutta l’estate. «Quelli che ho trascorso qui sono stati i tre anni più belli», aveva confidato. E che il suo ritorno non sia solo per cause di forza maggiore lo spiega chiaramente. 


Il tema del lavoro
Perché nella mezz’ora scarsa che concede ai media, indossando la divisa bianca del Corpo, la parola che ha usato più spesso è stata lavoro. «So qual è il mio compito: voglio lavorare, partendo dall’analisi dei progetti non conclusi e metterò a disposizione le mie esperienze», ha sottolineato. Sulla sua scrivania i dossier aperti sono diversi, a cominciare dal bando per il raddoppio del bacino Fincantieri, un progetto da 80 milioni (equamente divisi tra ministero e azienda), che sono uno degli spartiacque per la crescita produttiva dello scalo.

«Devo vedere le carte», ha detto salomonicamente, per poi aggiungere che «Fincantieri è una grandissima azienda italiana». Lavoro e fruibilità il suo mantra. Ed ecco che «saranno garantite le attività extra all’interno del porto antico sempre in sicurezza» anticipa come segno distinsivo per gli operatori. Non farà rivoluzioni (anche perché non ne avrà tempo) e continuerà a favorire i progetti di sviluppo ponendo due condizioni irrinunciabili: «Ragionare di volta in volta per aree ben delimitate e senza mai derogare alla sicurezza». 


La grana segretario
A Pettorino mancherà certamente Matteo Paroli, il segretario generale che rientra a casa, al porto di Livorno. Lo sherpa che l’ammiraglio avrebbe utilizzato volentieri innanzitutto per allentare la tensione che si è creata intorno al porto, per riallacciare vecchi rapporti e aprire un dialogo con le figure emergenti all’interno di uno scenario che è profondamente cambiato dopo il 28 ottobre 2013. Oggi ci sono in ballo progetti da scrivere e risorse da ottenere. Tante e velocemente.

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