Nomine al porto, l'arroganza dell'Abruzzo sulla spartizione. Nel silenzio delle Marche solo la voce del Corriere Adriatico

La sede dell'Autorità portuale di Ancona che ha competenza su Marche e Abruzzo
La sede dell'Autorità portuale di Ancona che ha competenza su Marche e Abruzzo
di Andrea Taffi
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Sabato 25 Settembre 2021, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 14:48

Abbiamo fatto centro. Il presidente del consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri ha scritto al Corriere Adriatico per dissentire dalla posizione del giornale che, in odore di spartizione geopolitica tra Marche e Abruzzo delle due poltrone chiave dell’Autorità portuale (presidente e segretario), ha alzato la paletta con scritto stop. Di più: abbiamo chiesto ad Acquaroli di farci capire da che parte sta in un minuetto dove si sa il nome del segretario (di area FdI) prima di quello del presidente.

Per tutta risposta ha alzato la mano la seconda carica d’Abruzzo.

Argomenti di basso campanile, la sintesi di Sospiri. Ammettendo che il ruolo di segretario spetta a loro, dimenticando che la mole dei traffici tra Abruzzo e Marche ha un rapporto di peso ben definito: 1 a 10. In aggiunta, rimettiamo a posto un paio di cose: primo, il 22 aprile quando il ministro Giovannini nomina Africano all’Adsp Adriatico Centrale il Corriere Adriatico è l’unica voce tra politica, imprenditoria, categorie e invertebrati di varia specie che ha sollevato una sfilza di dubbi tecnici su una nomina extralight di cui l’Abruzzo, come le Marche, e il ministro hanno la paternità. Secondo. Queste obiezioni nel deserto sono state confermate dalla fragorosa caporetto al Senato in cui è crollata la nomina di Africano spacciata, malamente, per alto profilo. Dov’era l’Abruzzo prima, durante e dopo? A casa nostra si chiama figuraccia. Basta e avanza, oggi, per tornare ad alzare la voce e chiedere subito nomine di alto profilo marchigiane. Il Corriere Adriatico da 161 anni difende gli interessi del suo territorio: in queste settimane è rimasto l’ultimo a farlo. Molto al di qua di tutta la nostra politica, vergognosamente non pervenuta, e soprattutto di un governatore ancora in silenzio.

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