Aumenti di stipendio ai sindaci, gli esponenti della società civile: «Bene ma adesso uno scatto per le nostre città»

Aumentano i compensi per i sindaci
Aumentano i compensi per i sindaci
di Maria Teresa Bianciardi e Maria Cristina Benedetti
8 Minuti di Lettura
Lunedì 1 Novembre 2021, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 15:22

ANCONA - Nella manovra approvata dal Consiglio dei ministri si aumenta l’indennità di funzione spettante ai sindaci. In totale, per finanziare la misura, sono disponibili 100 milioni per il 2022, 150 milioni per il 2023, 220 milioni a decorrere dal 2024.

Nella bozza della legge di bilancio si legge che l’indennità di funzione dei sindaci metropolitani e dei sindaci dei comuni ubicati nelle regioni a statuto ordinario «può essere incrementata, in misura graduale per ciascuno degli anni 2022, 2023 e in misura permanente a decorrere dall’anno 2024, sulla base del trattamento economico complessivo dei presidenti delle regioni».

Un calcolo che, nelle Marche, dovrà essere effettuato con una maggiorazione dell’80% per il Comune di Ancona, del 70% per Pesaro e del 35% per gli altri capoluoghi di provincia. Aumenti salutati con favore dai nostri primi cittadini che da anni sottolineano la necessità di avere indennità di funzione adeguate agli impegni ma anche alle responsabilità.

Oggi la parola agli esponenti della vita civile marchigiana che prima di tutto rammentano quando la figura del sindaco sia fondamentale per l’amministrazione cittadina. E gli aumenti? Non tutti sono d’accordo sulle percentuali.

Rispondono Gino Troli, presidente dell'Amat ed ex consigliere regionale; Francesco Adornato, rettore dell'Università di Macerata; Nando Ottavi, presidente di Simonelli Group e già presidente di Confindustria Marche e Lella Mazzoli, sociologa e direttrice dell'Istituto di formazione giornalistica di Urbino.

GINO TROLI
Presidente Amat ed ex consigliere regionale

«È un impegno a tempo pieno tutti i problemi vanno risolti»

Gino Troli, presidente Amat - Associazione marchigiana attività teatrali - ed ex consigliere regionale: i sindaci avranno indennità di funzione maggiorate dopo la manovra Draghi. Un giusto riconoscimento?
«Io credo che soprattutto nei capoluoghi i sindaci vadano trattati, economicamente parlando, in maniera diversa. Questo anche per favorire l’immissione in politica di persone che altrimenti non si cimenterebbero mai nell’impegno civico e le poltrone sarebbero occupate solo da politici di professione».


Una questione di qualità?
«Di qualità ma anche di visione. Più alto è in range dove andare cercare i sindaci delle nostre città più importanti, più il contributo per la realizzazione dei progetti sarà di spessore. In un simile contesto è giusto aumentare le indennità».


C’è anche tutta la questione che riguarda la responsabilità degli atti che si vanno a firmare.
«Sicuramente, si trattano materie delicate, bisogna stare sempre sull’attenti. Insomma: quello del sindaco non può essere un incarico part-time. Un sindaco deve lavorare a tempo pieno se vuole risolvere le problematiche legate alla città che governa nei tempi giusti e nel migliore dei modi».


Alcuni sindaci marchigiani hanno sottolineano il fatto che le indennità dovrebbero essere adeguate a quelle dei consiglieri regionali. È d’accordo?
«Sono due storie diverse. I consigli regionali nascono come emanazione del Parlamento e le indennità sono commisurate a quelle dei parlamentari, anche se nelle Marche sono solo altissime come per esempio nelle Regioni a Statuto speciale. In Italia comunque non ci sono solo i sindaci. Anche altre categorie non vengono pagate quanto dovrebbero, come per esempio i professori».


Dunque andrebbe registrato tutto il sistema delle remunerazioni. E che rapporto c’è tra i sindaci e l’Amat? Avete riscontrato una presenza meno attiva nelle Marche?
«Assolutamente no. L’attenzione per la cultura e gli spettacoli è sempre molto alta. I sindaci ci sono stati vicini anche in questo momento così difficile. Non si sono sottratti ai loro doveri». 

FRANCESCO ADORNATO 
Rettore dell’Università di Macerata

«Nascerà una nuova classe dirigente di amministratori»

Sindaci, incentivi, responsabilità.

Francesco Adornato prende appunti su un tovagliolino, mentre sul treno sta tornando a casa. «Potrebbe essere l’esordio di una nuova classe dirigente». Il rettore dell’Università di Macerata carica di significato il passaggio. «Che sfida». 


È già molto oltre il principio di “più soldi ai primi cittadini”, vero? 
«Condivido la misura assunta. Questo provvedimento va oltre il profilo finanziario, ancorché necessario. Quella della municipalità è l’istituzione più vicina ai cittadini, non ci sono mediazioni. Inoltre, l’elezione diretta ha alzato il tasso di responsabilità, ha personalizzato il ruolo. Quindi, questo strumento di ristoro consolida e rafforza la democrazia dal basso».


Come nobilitare una manovra di bilancio. 
«È una sfida assoluta, almeno io la intendo così».


Spieghi ciò che vede oltre le fredde percentuali che ridefiniscono il perimetro retributivo delle fasce tricolore di tutta Italia. 
«Un allargamento della piattaforma. Prevedo che cresca la platea della persone che vogliono decidere di governare una città. Immagino la nascita di una nuova classe dirigente di amministratori».


Meno bandiere e più competenze?
«Certo, questa scelta potrebbe incentivare il civismo politico, potrebbero farsi avanti figure non inquadrate o vicine ai partiti». 


Il caso di Napoli è un apripista? Ingegnere e professore universitario, rettore della Federico II fino al 2020, Gaetano Manfredi è il nuovo sindaco partenopeo. Ha messo d’accordo centrosinistra e Movimento 5 Stelle e ha ottenuto il 62,88% dei voti al primo turno. 
«Lo si può osservare come un prototipo. Si è messo in gioco. Lui è stato eletto prima che questo provvedimento prendesse consistenza».


C’è qualcosa di nuovo nell’aria? 
«Io penso che ci sarà una vibrazione neanche troppo sotto traccia, come le note musicali. Non si potrà restare indifferenti a ciò che muoverà, genererà, produrrà». 

NANDO OTTAVI
Simonelli Group, già presidente Confindustria Marche

«È importante per il ricambio servono idee nuove e progetti»

Nando Ottavi, imprenditore ed ex presidente di Confindustria Marche, l’aumento delle indennità per i sindaci potrebbe essere il volano di un maggior impegno dentro e fuori il Municipo?
«Non può essere l’aspetto economico a spingere un amministratore locale verso un maggiore impegno. Però, visto che ci sarà questo aumento, mi auguro sia proporzionato al lavoro che verrà portato avanti».


Lei è stato anche sindaco di Cessapalombo, dove è nato, e presidente della Comunità montana. Avvertiva il peso di questa sproporzione tra attività da portare avanti e remunerazione?
«Per la verità io ho sempre preso il minimo, rispetto a quello che mi sarebbe spettato. Giusto come rimborso spese».


Come mai?
«Ho sempre visto l’impegno da sindaco come una missione e l’ho portato avanti con forza e determinazione nel modo migliore possibile. Invece adesso...».


Adesso?
«C’è un disamoramento per la politica a cui corrisponde una scarsa fiducia nelle istituzioni».


Dunque un incentivo economico potrebbe spingere anche persone di peso ad impegnarsi per il proprio Comune.
«L’importante è che non diventi un mestiere. Ripeto, deve essere il senso civico a spingere verso l’impegno come sindaco».


Però non deve essere nemmeno una sorta di volontariato.
«Assolutamente. Per esempio i sindaci dei piccoli Comuni hanno veramente indennità minime, che non corrispondono alla mole di lavoro portata avanti, specie adesso nei borghi terremotati o in piena pandemia. Ci vuole equilibrio».


Trova le percentuali decise dal governo adeguate?
«Francamente no».


Come mai?
«Aumenti del 100% o dell’80% in un periodo come questo non li ritengo giusti. Soprattutto perché con la pandemia è aumentata la disoccupazione e tutta l’economia è in difficoltà».


Che almeno si governi al meglio, con azioni rapide e concrete?
«Sì, ma ritengo giusto anche un ricambio, che è quello che manca in Italia: più si mettono a disposizione persone ed idee, più i Comuni possono sperare in un vero rilancio».

LELLA MAZZOLI 
Sociologa e direttrice dell’Istituto di giornalismo di Urbino

«È dare il giusto valore al tempo da dedicare alla vita pubblica»

Più candidati-sindaco, maggiore qualità della futura classe dirigente. Il binomio di Lella Mazzoli è un procedere in prospettiva. «L’aumento delle indennità di funzione ai primi cittadini significa dare il giusto valore al tempo da dedicare alla vita pubblica». Per la sociologa e direttrice dell’Istituto di giornalismo di Urbino è un modo per alzare l’asticella di «un mestiere davvero duro». 


Rovesciamo il ragionamento. Allora il rendimento dipende dallo stipendio che si percepisce?
«Non è questo che intendo. Per saper governare una città servono capacità. E molte. Il denaro non trasforma un somaro in una persona competente. No. Il fatto di pagare di più potrebbe semmai invogliare manager e figure di livello a fare gli amministratori. Perché chi prende 100 dovrebbe accontentarsi di 60? Ecco, trovo che la proposta di questi aumenti sia un metodo per allargare la rosa dei papabili».


Un’azione di persuasione? 
«Quello del sindaco, ne sono convinta, è un mestiere davvero duro e per questo va pagato. I consiglieri regionali hanno uno stipendio maggiore pur avendo minori responsabilità. L’incentivo, tuttavia, non può e non deve essere l’elemento decisivo».


Che, al contrario, sarebbe? 
«La preparazione, la professionalità. In assoluto».


Potrebbe valere la formula: avrete più soldi, ma ora pensate bene alle nostre città? 
«Quel che c’è, c’è. Ribadisco: io ragiono in prospettiva. Certo, il popolo potrebbe avanzare pretese, in fondo quei compensi maggiorati sono frutto di denari pubblici. Di tutti. Si tollererebbero meno gli errori. Potrebbe essere un impulso a fare meglio. Ma il piano d’osservazione non è questo». 


Lo sposti, prego.
«Allargare la platea dei potenziali candidati. Credo che possa essere l’occasione per avere dei rappresentanti che non siano espressione diretta di partiti, ma che rappresentino ideali politici».


Provveda con la messa a terra. 
«Professionisti dell’organizzazione, dell’amministrazione».

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