Vittoria, papà ti protegge dal cielo. Attilio Pierini, campione di basket, morì in un incidente nel 2020, la bimba nata con la procreazione assistita

Attilio “Attila” Pierini, il cestista di Porto Recanati morto nel 2020. A destra la moglie Francesca Polli, incinta di Vittoria
Attilio “Attila” Pierini, il cestista di Porto Recanati morto nel 2020. A destra la moglie Francesca Polli, incinta di Vittoria
di Marco Pagliariccio
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Mercoledì 9 Febbraio 2022, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 15:54

PORTO RECANATI - «Non le leggerò i soliti libri di fiabe. Le racconterò la storia di suo padre, del grande uomo che era e dell’amore che ci ha uniti per sempre». Un cerchio che si chiude e una nuova vita che si apre. Ieri mattina alle 8.37 all’ospedale di Civitanova è nata Vittoria Pierini, figlia di Francesca Polli e Attilio Pierini, l’indimenticato campione di basket scomparso in un incidente stradale il 23 giugno 2020.

La mamma l’ha messa al mondo dopo aver ricorso alla Pma (Procreazione medicalmente assistita), utilizzando il seme congelato del marito defunto e coronando così quello che era il sogno che i due stavano coltivando prima che quella tragica fatalità spazzasse via tutto il loro mondo: quello di avere un figlio.

 
Dal sogno alla tragedia
Un percorso iniziato nell’inverno a cavallo tra il 2019 e il 2020, quando i due, sposati da diversi anni, avevano deciso di provare ad allargare la famiglia. Francesca ha voluto affidare il racconto di questo autentico miracolo ad un lungo post pubblicato sui suoi profili social.

«Eravamo una sera a cena – ricorda la neo mamma – nel parlare abbiamo all’improvviso cominciato a fantasticare su come sarebbe stato bello un nostro futuro figlio. A chi avrebbe assomigliato prendendoci anche un po’ in giro. Da chi avrebbe ripreso caratterialmente, i nomi arrivammo a scegliere. Ci siamo sempre detti che famiglia eravamo in primis noi due e avremmo accolto quello che la vita ci avrebbe donato. Oltre allo scorrere del tempo non c’erano altri ostacoli che l’avrebbero impedito e per questo ci consigliarono di regalarci un piccolo aiuto, solamente per accelerare i tempi. Insieme decidemmo di regalarcelo senza farci troppe illusioni. La prima fase andò bene ma interrompemmo prima di terminare il percorso. Eravamo da poco entrati in pandemia, non sapevamo a cosa stavamo andando incontro e per questo decidemmo di rimandare l’ultimo step di qualche mese».


Lo schianto
Il destino però li aspetta al varco in quel 23 giugno di due anni fa: la coppia si sta dirigendo verso Roma per effettuare alcuni esami legati al processo di procreazione assistita.

Attilio muore sul colpo, Francesca si salva ma è in condizioni disperate. I traumi riportati sono gravissimi, non è scontato che riesca a salvarsi, figuriamoci a riprendersi. Ma passo dopo passo, giorno dopo giorno, con la tenacia che le è propria, riacquista le forze. E con esse ritorna quel pensiero, quel sogno che pareva destinato a restare tale: avere un bambino dall’uomo della sua vita.

«Mi sono chiesta milioni di volte se ci fosse stata una spiegazione per la fretta improvvisa che abbiamo avuto sul realizzare questo nostro sogno – prosegue Francesca – inconsapevolmente sapevamo che il nostro tempo stava per scadere? Te ne sei andato lasciandomi un dono inestimabile. Nonostante il dolore che stiamo attraversando e che per sempre accompagnerà la nostra famiglia non mi sono arresa. Tu hai voluto rimanessi qui cosciente e in salute, perché per quello che ho passato è stato un avvenimento inspiegabile anche per i medici e questo immenso dono è diventato l’unica ragione che avrebbe continuato a dare un senso alla mia vita che non aveva più da quel maledetto giorno». Vittoria sta bene, pesa 4,170 chilogrammi. Mamma Francesca indossa la canotta numero 8 di papà Attilio per annunciarne la venuta al mondo. In che giorno? L’8 del mese, ovviamente. 


Il doppio miracolo
«È un miracolo che Francesca sia ancora con noi, un secondo miracolo che sia arrivata anche Vittoria – dice il nonno, Giuseppe Pierini – siamo stati felicissimi quando ci ha detto che voleva andare avanti sulla strada che avevano imboccato insieme ad Attilio e siamo contentissimi anche oggi. Sia la mamma che la bambina stanno bene e ne siamo felicissimi. Io non credo molto in queste cose, ma evidentemente qualcuno da lassù ci ha messo davvero una mano stavolta». La notizia ovviamente ha scatenato un tam-tam di gioia sui social. In prima fila quella Attila Junior Basket che è nata come società cestistica nel ricordo di Attilio. «Nulla è più bello di una nuova vita. Benvenuta Vittoria, avrai per sempre una stella dall’alto che veglierà su di te e su tua madre Francesca», scrive il club portorecanatese. Ma anche la Virtus Civitanova, l’ultima squadra anche aveva militato Attilio, si unisce al coro. «Non abbiamo le parole per descrivere la gioia di questa notizia. Il regalo più bello, in un giorno tutt’altro che casuale».

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