Sponsorizzazioni in cambio di soffiate, coinvolti insospettabili rappresentanti delle forze dell’ordine. Come funzionava il doppio gioco

Ivan Brandimarte e la discarica della Geta a Alto Bretta
Ivan Brandimarte e la discarica della Geta a Alto Bretta
di Lorenzo Sconocchini
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Sabato 19 Marzo 2022, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 14:29

ANCONA -  Sponsorizzazioni sportive e consenso. Una strada che Ivan Brandimarte avrebbe battuto più volte elargendo contributi a soggetti che, nella sua ottica di imprenditore dei rifiuti, era meglio tenersi amici o comunque non ostili. Ne avrebbe beneficiato ad esempio Sergio Fabiani, fino a ottobre sindaco di Montegallo, borgo dei Sibillini, nonché presidente della Provincia di Ascoli Piceno e in tale veste presidente dell’assemblea dell’ambito territoriale Ato 5, che s’era più volte occupata della discarica dell’Alto Bretta.

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Adesso è indagato per aver beneficiato di una “tangentina” sotto forma di sponsorizzazione (400 magliette per un importo di 1.500 euro più Iva) a una gara di mountain bike a Montegallo.

Un altro sindaco, Francesco Leoni di Roccafluvione, anch’egli all’Ato 5, sarebbe stato omaggiato con la stipula di qualche prodotto finanziario venduto dal figlio. 


A Patrizio Testa, impiegato al Consorzio di bonifica delle Marche, che come assessore del Comune di Palmiano votava all’Assemblea Ato 5, sarebbe stata versata come sponsorizzazione «una somma di denaro non specificabile». Di almeno 45mila euro invece il sostegno all’attività sportiva della società Jrvs 1966, squadra ascolana di calcio in II categoria, che costa un avviso di garanzia all’appuntato Vincenzo Ventura, in servizio alla sezione di Polizia giudiziaria della Procura di Ascoli, dove lavora come braccio operativo dei magistrati in importanti inchieste. Molti, al palazzo di giustizia ascolano, sono pronti a mettere la mano sul fuoco sulla sua onestà, convinti che mai e poi mai Ventura avrebbe confuso il ruolo di investigatore con quello di direttore sportivo della Jrvs 1966. Gli imprenditori della Geta Srl avrebbero avuto un certo interesse anche nel foraggiare, con sponsorizzazioni (per la Procura anche oltre i 30mila euro accertati nel 2017) la società di calcio Unione Piazza Immacolata. Ne era all’epoca dirigente e allenatore del settore giovanile Ettore Fioravanti, commissario della Polizia provinciale di Ascoli, addetto al contenzioso amministrativo per la tutela del territorio. 


Generose, almeno 10mila euro stimati solo per il 2019, le sponsorizzazioni destinate a società dilettantistiche legate a Giovanni Palumbieri, appuntato dei carabinieri attivo anche nello sport inclusivo, come consigliere della Federazione italiana sport paralimpici per ipovedenti e allenatore della squadra di Torball, sport che si gioca con pallone sonoro, della “Picena non Vedenti” di Ascoli. Attività senz’altro meritorie, finanziate in passato dalla Regione Marche anche grazie, sostengono gli investigatori, all’interessamento della vicepresidente ascolana Casini. Ma la Geta Srl - secondo l’indagine - sosteneva lo sport paralimpico per ottenere in cambio da Palumbieri soffiate utili a sviare le indagini in corso sulla conduzione delle discariche.


L’appuntato, accusato di aver utilizzato le sponsorizzazioni per lo sport paralimpico anche per finanziare le gare di rally di un fratello, è indagato non solo per corruzione. La Procura ipotizza nei suoi confronti altri reati - favoreggiamento personale e rivelazione di segreti d’ufficio - perché si sarebbe messo a disposizione dei suoi sponsor (Brandimarte, Zilio e la Mancini) per aiutarli a sviare le indagini, svelando che c’erano intercettazioni a carico della Geta e monitorando le mosse dei colleghi carabinieri che indagavano. Avrebbe anche cercato di ritardare la notifica di una sentenza per reati fiscali a carico di Ivan Brandimarte, che comportava anche l’interdizione dalla direzione di imprese, in modo che egli trovasse il tempo di modificare l’assetto societario inserendo al suo posto di amministratore della Geta Srl l’anziana mamma Luciana Mancini. Anche l’appuntato inoltre avrebbe cercato notizie utili a screditare la consigliera Farnesi.

Nelle elargizioni finite nel mirino della Procura figurano anche i 300 euro di sponsorizzazioni all’associazione “La Luce dell’Aurora” gestita dalla capogruppo di Fratelli d’Italia al consiglio comunale di Ascoli Daniela Massi, funzionaria della Provincia. C’è davvero da sperare che almeno questa non fosse una donazione interessata, perché l’associazione è stata fondata per il più nobile dei fini, ricordare una figlia morta a 18 anni dopo un malore in casa.

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