Arcevia, Mattia Luconi (8 anni) strappato dall’acqua alle braccia della madre Silvia Mereu (ricoverata). Le ricerche anche nella notte

Arcevia, Mattia Luconi (8 anni) strappato dall’acqua alle braccia della madre Silvia Mereu (ricoverata). Continuano le ricerche
Arcevia, Mattia Luconi (8 anni) strappato dall’acqua alle braccia della madre Silvia Mereu (ricoverata). Continuano le ricerche
di Stefano Rispoli
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Sabato 17 Settembre 2022, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 09:28

ARCEVIA Erano andati a trovare i nonni, Mattia e la mamma. Quando hanno visto che il temporale si faceva sempre più intenso, hanno deciso di tornare a casa. Era molto spaventato, il piccolo di 8 anni che frequenta la terza elementare a San Lorenzo in Campo. Detestava i fulmini. Sono saliti di corsa in auto, sotto la pioggia battente e le scariche elettriche che ruggivano in cielo. Il tempo di affrontare le prime curve di Ripalta, una delle frazioni di Arcevia, poi la loro auto è stata travolta da un’onda gigantesca di acqua e detriti su un ponte. Silvia Mereu (ricoverata poi in ospedale), che tutti conoscono come la farmacista di Barbara, è uscita dall’abitacolo. D’istinto ha afferrato il suo bambino, l’ha stretto al petto. Ma l’acqua, con una violenza impressionante, gliel’ha strappato dalle braccia. 

L'appello: «Ridiamo Mattia alla famiglia»

La famiglia di Mattia oggi ha lanciato un appello ai soccorritori: «trovatelo, ridatecelo». Le speranze, con il passare delle ore, lasciano spazio alla disperazione. «È mio nipote, gli voglio bene come un figlio -  ha riferito lo zio Alessandro Fontana - L'attesa ti logora, non sapere è pesante, un momento molto difficile». San Lorenzo in Campo è in provincia di Pesaro Urbino, al confine con quella di Ancona di cui fanno parte i paesi più colpiti dalle esondazioni dei fiumi.  Il sindaco Davide Dellonti rilancia l'appello: «Ridiamo Mattia alla famiglia».


Le ricerche


Le ricerche sono andate avanti fino a notte fonda, ma non ci sono tracce di Mattia Luconi. Il Misa in piena, che ha trasformato le strade in fiumi e le campagne in laghi, l’ha trascinato via con una potenza inaudita.

I soccorritori non hanno mai smesso di cercarlo, nella speranza che si avveri il miracolo, lo stesso che ha permesso di ritrovare in vita la madre. È stata ripescata dall’inferno di acqua e melma a più di un chilometro dal punto in cui, insieme al bambino, aveva abbandonato l’auto nel tentativo di cercare la salvezza a piedi, raggiungendo un riparo improvvisato, una pianta a cui aggrapparsi, un lembo di terra risparmiato dalla furia della natura. Ora la quarantenne, che lavora nella farmacia comunale di Barbara, si trova ricoverata all’ospedale di Senigallia, dov’è stata trasportata dopo una notte di terrore, solitudine e disperazione. Era ferita e sotto choc quando è stata individuata e tratta in salvo dai vigili del fuoco. Secondo le informazioni che trapelano dallo staff medico, non è in pericolo di vita, ma ha riportato lesioni e fratture, conseguenze del trascinamento nel fiume che è esploso all’improvviso, ha distrutto gli argini, ha devastato tutto, spezzando famiglie inghiottite dai detriti. Ma il dolore fisico è niente rispetto allo strazio di una mamma che non sa che fine abbia fatto il figlio. «Avrebbe dato la vita per lui», dicono gli amici. 


Il dolore 


«Mattia aveva appena iniziato la scuola, faceva la terza elementare: non ci sono parole», piange Laura Patrignani, la direttrice della farmacia comunale dove lavora Silvia. «Se non avessi fatto il turno di mattina, probabilmente non sarei qui», dice con un filo di voce. La collega ha rischiato di morire su quella strada percorsa migliaia di volte. La disperazione attanaglia la famiglia della 40enne: la sorella Caterina, il genero Alessandro Fontana - titolare di un’azienda leader nella produzione di forni a San Lorenzo in Campo - e tutti i parenti hanno trascorso giorno e notte nelle campagne di Barbara e Arcevia alla ricerca del piccolo Mattia. Un bambino speciale, che la natura impazzita ha strappato dall’amore della mamma. 
 

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