Il presidente della Camera di commercio, Sabatini: «Annarita ha fatto molto per tutto il calzaturiero. È sempre in prima linea»

Gino Sabatini, presidente camera commercio Marche
Gino Sabatini, presidente camera commercio Marche
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Mercoledì 16 Marzo 2022, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 15:02

Segue il principio della continuità, Gino Sabatini. Il presidente della Camera di Commercio lo applica al futuro leader degli imprenditori: «Ci siamo sempre confrontati, continueremo a farlo con i nuovi vertici, chiunque li rappresenti». 
Quindi, con Annarita Pilotti, la quale ha dichiarato: “Con quello che sta succedendo, ho capito che non posso tirarmi indietro”. 
«Per esprimermi preferisco aspettare la decisione degli organi competenti».
Nell’attesa? 

Pilotti è la seconda donna alla guida di Confindustria, l'iter fino all'insediamento. Fermo cuore economico delle Marche: gli altri incarichi di vertice

 
«Posso dire che come imprenditrice ha sempre fatto molto sia per le aziende, tutte, sia per i produttori di scarpe, il suo comparto. L’ho conosciuta quando era presidente di Assocalzaturieri, a Milano, al Micam, e l’ho potuta apprezzare per la sua voglia, assoluta, di mettersi al fianco, per tentare di risolvere qualunque difficoltà si presentasse».
Un post per l’uscente Claudio Schiavoni?
«Ricordo la forte amicizia che ci lega. Insieme abbiamo fatto tanto e, ribadisco, continueremo su questa strada anche con i nuovi vertici».
Oltre due anni di emergenza sanitaria, imposta dal dilagare del Covid, e ora una guerra che coinvolge l’Europa. Sempre sul filo dell’urgenza, senza interruzione. 
«Stavamo appena uscendo dalla pandemia, a fatica, con il sostegno della politica. Non c’è tregua. La Russia che attacca militarmente l’Ucraina, un conflitto vicinissimo, che rimette a terra tutte le nostre preesistenti criticità». 
Azzardi una richiesta. 
«Di nuovo l’attenzione di governo e parlamento. Serve tornare a garantire la liquidità alle aziende e la cassa integrazione in deroga, sempre senza gravare sulle imprese. Vorrei evidenziare ancora un passaggio, che ritengo essenziale». 
Prego. 
«Chi sceglie la strada obbligata della moratoria, la sospensione della scadenza di un pagamento, non deve essere segnalato. Non deve essere classificato “in forborne”, ovvero in una posizione di difficoltà finanziaria. No». 
Il caro bollette schiaccia, il caro materiali anche. In sintesi, cosa rischia il sistema economico regionale? 
«Che venga travolto il timido progetto di ripresa, che si torni al 2008, quando iniziò un contagio recessivo del quale le Marche ancora oggi pagano le conseguenze».
La controffensiva: esiste un nuovo modello da contrapporre e quali caratteristiche dovrebbe avere? 
«Non sono un economista, ma non credo ne esista uno solo da mettere in campo. Ogni azienda conosce i propri punti di forza e di debolezza. Una consapevolezza che ritengo necessaria per intercettare le risorse del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che tuttavia dovrebbe essere rimodulato sulle emergenze che genererà questa guerra». 
Il primo passo, secondo lei? 
«Avviare un processo di digitalizzazione e di transizione green, oggi più di prima con la crisi dell’energia indotta dalle speculazioni e dilatata dalla non autonomia degli approvvigionamenti». 
Concentrandosi sulla prospettiva territoriale, cambierebbe l’ordine delle priorità? 
«No, lo integrerei. L’idea del distretto manifatturiero, che è molto marchigiana, deve evolversi, andando oltre i confini geografici, e aprendosi a nuove idee che arrivano dal mondo. Va fatta una riflessione profonda sull’idea di lavorare in filiera».
Il cono d’ombra. L’isolamento infrastrutturale è un’antica piaga mai rimarginata. È l’origine di tutti i mali?
«Piuttosto ne è un acceleratore. In una regione piccola, schiacciata tra mare e Appennini, il prezzo che stiamo pagando pesa ancora di più, perché abbiamo bisogno di logistica, di merci che viaggiano velocemente - su strade, mare, ferrovia e in aria - e a costi possibili. Tutto questo senza contare il ritardo sulle infrastrutture immateriali, che oggi la Regione sta recuperando, mentre tutti i competitor, anche italiani, vanno avanti spediti».
m. c. b.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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