FABRIANO - È morto solo, nell’anonimato di una grande città, a Milano. Andrea Merloni, classe 1967, è stato trovato senza vita ieri pomeriggio nella sua casa in centro, nel capoluogo lombardo.
Un malore l’avrebbe stroncato il giorno prima. Il figlio dell’indimenticabile Vittorio Merloni, leader fabrianese della Indesit, non rispondeva alla chiamata del pilota. A bordo di un aereo l’avrebbe dovuto accompagnare a Ibiza, dove aveva scelto, come rifugio di vita, un sorprendente yacht da 43 metri. E stata la domestica filippina, a scoprire, quel corpo esanime. Le cause del decesso sono ancora da scrivere.
Lo strappo
È morto lontano dal mare, che avrebbe voluto fosse il suo destino, Andrea, e molto distante dai monti della sua dinastia. Altrove, la cifra della sua amarezza: non accettò mai il passaggio della Indesit Company, la multinazionale fondata nel 1975 dal padre, alla statunitense Whirlpool Corporation. Era il 2014, quando la storia tutta fabrianese di uno dei principali produttori di elettrodomestici in Europa è passata di mano. Quell’anno l’erede del bianco si dimise da presidente di Fineldo, la cassaforte di famiglia. Nel maggio 2013 aveva concluso il mandato ai vertici Indesit, porgendo il testimone all’amministratore delegato Marco Milani. Una manovra che venne considerata come un via libera definitivo al fratello gemello Aristide, in linea con le sorelle Antonella e Maria Paola, sulle decisioni presenti e future del colosso di famiglia, sulla quale l’ombra della vendita era sempre più realtà. Aristide era stato nominato anche tutor unico, con potere di firma, del padre Vittorio, da tempo malato. Lo strappo. Nel 2015 lasciò il comando dell’Istao, l’Istituto Adriano Olivetti. L’inizio di un isolamento senza ritorno
La memoria
Usa il filtro gentile della nostalgia Piero Pracchi, 47 anni, lombardo, che ha lasciato la sua regione, più di 20 anni fa, per venire a lavorare a Fabriano. Un manager, soprattutto l’amico. «Mi ha fatto comprare casa in questa bellissima terra dove ora vivo - va indietro negli anni - Ricordo ancora la prima volta che sono arrivato e Andrea mi ha portato con i colleghi a mangiare la crescia a Monte Cucco».
Le passioni
Anche le ombre, l’amico di sempre, le rende luce. «Con la Benelli, nonostante la strada non sia stata proprio in discesa, ha dato impulso al motore a tre cilindri a scoppio alternato che ancora è sul mercato. Perché oltre alla domotica, la sua seconda passione era la meccanica». Per Pracchi è un ambasciatore del territorio: «Mi ha fatto innamorare di Fabriano dove ancora vivo e investo come imprenditore». Senza dimenticare il suo mare, la nautica che l’ha visto imprenditore e appassionato viaggiatore a bordo dello yacth che gli ha permesso di salpare e andare sempre lontano. Come l’ultimo viaggio, senza ritorno, ma stavolta verso il cielo.
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