ANCONA - Quando il governatore Acquaroli parla di modello Mancini per la sua Regione, come dichiarato ieri nell’intervista al Corriere, non ci sono in campo solo i quattro pilastri (lavoro, ricostruzione, infrastrutture e sanità) e il sogno di inaugurare la galleria della Guinza.
La carta semi-coperta dell’inquilino di palazzo Raffaello va cercata tra le nuove misure da varare in consiglio regionale a settembre che pure il governatore ha messo in fila nella sua agenda dell’autunno.
La modifica dello statuto
Tra queste una riguarda la modifica dello statuto per inserire nello stato maggiore della Regione Marche la figura del sottosegretario, ovvero Massimo Bacci, sindaco di Jesi ormai in aria di semestre bianco alla fine del suo secondo mandato.
L’implementazione della giunta
Ora che il percorso di Acquaroli si è assestato, può essere implementato l’esecutivo con quello che il governatore considera un fuoriclasse e che molti dirigenti - dentro e fuori palazzo Raffaello, compresi soprattutto gli ambiti imprenditoriali - stimano per la sua competenza. Un numero 10, per restare nell’alveo del modello-Mancini. Bacci, nel frattempo si è portato avanti con il lavoro: ha messo a disposizione la propria candidatura per l’Anci Marche, dando filo da torcere alla sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli, ma soprattutto si è messo pesantemente di traverso sul piano provinciale dei rifiuti, sempre contro Ancona. Sulla prima questione ha assecondato la necessità di area centrodestra di arginare la sindaca del capoluogo; sulla seconda questione ne ha fatto invece un fatto tecnico. In ogni caso, era e resta un mondo a parte rispetto al centrodestra molto al di là della sua vicinanza a Giancarlo Giorgetti, numero due del Carroccio. Avulso dagli schemi di partito, ha costruito la sua esperienza civica partendo dal nulla e disarmando il centrosinistra a casa sua e questo lo ha fatto diventare un caso di scuola troppo ghiotto per non essere affiancato, più che arruolato. Anche il ruolo che gli ritaglierebbe Acquaroli lo collocherebbe in una fascia dove avrebbe libertà di movimento, rafforzando l’asse con la Lega e bilanciando la necessità di visione politica con alte competenze gestionali, fascia nella quale in questo momento una figura molto forte è Castelli. Nel panorama della storia andrà messa in conto anche la cautela naturale con cui Bacci si è corrazzato dopo che il suo nome è transitato con inusitata frequenza a certe latitudini. Un eccesso per la sua tendenza al basso profilo a cui Acquaroli però non vuole rinunciare.
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