ANCONA- Bandiere al vento. Il cielo diventa dei colori degli stendardi dei tanti militanti che hanno affollato ieri piazza Roma. Parte l’inno nazionale. La voce live dal palco è quella del tenore anconetano David Mazzoni, già star di Italia’s got talent. Sotto, tutti con la mano destra poggiata sul cuore. Le dita tamburellanti a scandire il tempo. «Il cambiamento? Sarebbe opportuno per questa città - esclama Raimondo Taccalite, titolare dell’omonimo salumificio, anconetano doc e figura piuttosto conosciuta nel mondo del commercio -. Il programma di Daniele Silvetti mi piace perché punta sul turismo per il rilancio del capoluogo di regione».
I selfie
Il clima è quello dei grandi eventi.
L’atmosfera
L’entusiasmo senza dubbio era palpabile. «Quando mai si sono visti i vertici di governo, tutti insieme, in un solo colpo ad Ancona - ha ravvisato l’81enne Franco Marinelli - in tanti anni non era mai successa una cosa del genere». In campo, del resto, c’è la conquista del capoluogo. Il fortino da espugnare e da consegnare alla tanto inneggiata filiera istituzionale che, da Meloni, passando attraverso Acquaroli, chiuderebbe il cerchio con Silvetti. Quindi una piazza di soli convinti sostenitori? Non proprio. Tanti curiosi. O anche stakeholder del mondo delle attività economiche. Come ad esempio l’imprenditore vitivinicolo Michele Bernetti, titolare dell’azienda Umani Ronchi e proprietario del Grand Hotel Palace. «Sono qui per ascoltare» afferma. Oppure il fondatore di Filotea, Francesco Severoni che, oltre ad essere un imprenditore della città, non nasconde il suo credo politico. «Sono da sempre un simpatizzante di Fratelli d’Italia» spiega. Ma, appunto, da esponente del mondo delle imprese, ha a cuore lo sviluppo della città. «Ho un progetto sul Mercato delle Erbe da presentare alla prossima amministrazione» afferma. «Se saremo noi a governare ce ne faremo carico sicuramente» assicura Daniele Berardinelli, consigliere comunale di Forza Italia che in quel momento si trovava a passare accanto all’imprenditore. Nella folla, dove l’età media era abbondantemente over 40, non poteva saltare all’occhio la presenza di un gruppo di giovanissimi: ben vestiti, sguardo attento e vispo, con in mano la bandiera di Fratelli d’Italia. Michelangelo e Tommaso, due studenti del liceo Rinaldini di Ancona: 14 e 15 anni. «Daniele Silvetti è il candidato più valido - dice Michelangelo -, non potevamo mancare a quest’appuntamento». «Sarebbe veramente una ventata d’aria nuova dopo 30 anni di governo di centrosinistra» replica Tommaso, che sogna una città «che punti sul turismo e sulla riqualificazione dei monumenti cittadini».
La protesta
“Libero fischio in libero Stato”, diceva Sandro Pertini. E infatti non è mancato il picchetto dei contestatori. Uno sparuto gruppo, in verità. Una decina di ragazzi e ragazze che hanno tenuto occupate le forze dell’ordine per circa un’ora. «Sarebbe la prima volta nella storia repubblicana che si verificherebbe un asse verticale di destra» afferma una manifestante, facendo riferimento al concetto di filiera istituzionale. «C’è un rischio sul piano culturale, sociale e politico» ribatte un contestatore mentre tra le mani stringe un cartellone anti-Salvini. La protesta, da una via laterale a piazza Roma, si è spostata lungo corso Garibaldi blindato dalla polizia. Una manifestazione tutto sommato pacifica che si è poi risolta con l’allontanamento spontaneo del gruppo.