Inchiesta Covid hospital: sospetto falso ideologico sul passaggio dei fondi

Inchiesta Covid hospital:sospetto falso ideologico sul passaggio dei fondi
Inchiesta Covid hospital:sospetto falso ideologico sul passaggio dei fondi
di Andrea Taffi
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Sabato 18 Luglio 2020, 06:10

ANCONA - Tutta la documentazione sull’operazione Covid hospital di Civitanova è in mano alla guardia di finanza che su mandato della procura di Ancona nei giorni scorsi l’ha prelevata dagli uffici della Regione. Al vaglio degli inquirenti la realizzazione della maxi terapia intensiva da 84 posti letto per pazienti positivi al Coronavirus ed oggetto di un esposto presentato dall’avvocato maceratese Federico Valori per conto dell’associazione nata per dire no all’astronave di Bertolaso.

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Una denuncia circostanziata, adesso in mano al sostituto procuratore Andrea Laurino e a i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria del comando provinciale di Ancona, che ipotizza il reato di falso ideologico per l’utilizzo dei fondi arrivati alla Regione e confluiti sul conto corrente dell’Ordine di Malta che ha provveduto alla realizzazione dell’opera. «Con i miei assistiti abbiamo contestato la premessa della delibera in cui la Regione rimarca che dall’atto non deriva alcun impegno di spesa a carico dell’Ente. I 5 milioni arrivati da Bankitalia e altre donazioni girati direttamente alla Regione diventano soldi pubblici. Quindi vanno contabilizzati tra le entrate del bilancio e poi tra le spese del documento finanziari, non disposti a favore dell’Ordine di Malta».

Ma il legale, per conto dell’ex sindaco di Civitanova Ivo Costamagna e di Amedeo Regini, Carlo Alberto Centioni, Giovanna Capodarca e Paola Macerata, nell’esposto sottolinea anche un altro aspetto: «Nella delibera del l’11 maggio si stabilisce un finanziamento in favore dell’Asur di 250mila euro per l’ottimizzazione della nuova struttura. Quindi si deve ritenere che anche per la realizzazione vi siano impegni di spesa da parte della Regione e non solo per la gestione». Dubbi anche sull’affidamento dei lavori dell’opera pubblica: «effettuati senza procedere ad alcuna gara di evidenza pubblica e senza imporre al soggetto attuatore la rendicontazione dei denari pubblici spesi per l’esecuzione dell’opera». Ieri il governatore Ceriscioli ha commentato il sequestro dei documenti, sostenendo la regolarità degli atti portati avanti e la fiducia nella magistratura: «Con tutti quelli che hanno parlato e ne stanno parlando male, l’inchiesta servirà a dimostrare che le cose sono state fatte bene. Siamo convinti della necessità della struttura e abbiamo perseguito con scrupolo tutti gli impegni amministrativi. La lente della Procura la leggiamo nel verso buono: così se a qualcuno è rimasto qualche dubbio glielo toglierà». 

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