ANCONA - Dopo due anni tornano ad incontrarsi dal vivo gli industriali marchigiani. Lo hanno fatto nella cornice dell’Auditorium della Mole Vanvitelliana, ad Ancona, dove si è tenuta l’Assemblea pubblica dei soci 2021 di Confindustria Ancona. E ne è passata di acqua sotto i ponti, compreso quel desiderio di unità che è diventato un’utopia nel giro di pochi mesi, sfaldando accordi e sgretolando tentativi. Lo ha ricordato in un passaggio Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche, che ha subito indicato la rotta: «I contagi tornano a risalire e ci si propone una sfida che dobbiamo affrontare tutti insieme con grande senso di responsabilità, stando uniti e mettendo da parte le divergenze. Dobbiamo utilizzare al meglio le risorse del Pnrr per crescere».
Le questioni spinose
Uno dopo l’altro sono saliti sul palco il presidente della Regione Francesco Acquaroli, il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, il prefetto di Ancona Darco Pellos e il presidente della Camera di commercio unica Gino Sabatini. A margine dell’assemblea Pierluigi Bocchini, presidente Confindustria Ancona ha fatto il punto sul futuro: «Sono 47 le riforme previste nel Piano di ripresa e resilienza e c’è piena disponibilità di risorse per traguardarle. Ciò che occorre è la capacità di creare le condizioni di contesto per centrare l’obiettivo. Noi imprenditori siamo ottimisti per natura e viviamo davvero questi momenti come un punto da cui partire per ricostruire il nostro futuro».
Le sfide da raccogliere
Ad intervenire anche il presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi: «Le Marche hanno avuto un colpo più duro con il Covid, perché oltre la crisi 2008-2011, uscivano anche dal terremoto, quindi le aziende hanno fatto tanto per mantenere posti di lavoro, occupazione, reddito. Siamo contenti del rimbalzo che c’è stato, ma non è sinonimo di crescita. Stiamo recuperando quello che abbiamo perso e non siamo riusciti a farlo totalmente. Quando riusciremo a recuperare il terreno e a tornare a livelli pre-pandemia, si presume a metà del 2022, saremo ancora 4 punti di Pil sotto il 2008. La strada quindi è ancora lunga e dobbiamo fare ancora tanto». Tra i tanto attesi ospiti c’erano anche il virologo, immunologo e divulgatore scientifico Roberto Burioni che, a proposito dell’obbligo vaccinale, ha dichiarato: «È una scelta politica, io faccio il medico non il politico. Come far vaccinare le persone non è una questione scientifica ma politica. L’importante è che si ottenga un risultato».
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