ANCONA - Modificare i parametri per evitare l’agonia dei piccoli Comuni e delle realtà del cratere sisma. È scattato il pressing bipartisan per introdurre la derogare ai numeri minimi e massimi di alunni previsti per classe, garantendo così la continuità didattica.
«Serve un dimensionamento scolastico che tenga conto delle esigenze dei territori ed eviti l’accorpamento indiscriminato, le pluriclassi, la perdita di autonomia dei plessi scolastici, la carenza di organico - spiega l’assessore regionale alla Pubblica istruzione Giorgia Latini - Tutti fattori determinanti per lo spopolamento di borghi e piccoli Comuni. Si tratta di una condizione che rischia di vanificare la strategia di rilancio che si sta mettendo in campo anche con il Pnrr. Si investono risorse contro l’esodo, ma si fanno venire meno le condizioni per i servizi scolastici, che sono tra le principali motivazioni ad incidere sulla scelta di residenza delle famiglie».
Le criticità sulla formazione delle classi riguardano «sia i Comuni più piccoli che i grandi centri - aggiunge l’assessore Latini - tanto che una lettera dove sono indicate le criticità è stata sottoscritta da 83 sindaci, anche al di fuori dell’area del sisma».
Ora in Parlamento sono stati presentati emendamenti a firma Pd e Lega. «Chiediamo che si permetta la costituzione di classi e l’assegnazione di personale in deroga alle scuole che risiedono nei comuni del cratere sismico e per tutti i Comuni che hanno fino a 3mila abitanti» afferma Francesco Verducci, vice presidente Pd della commissione Cultura e Istruzione del Senato, primo firmatario degli emendamenti. «Abbiamo presentato un emendamento al Decreto Energia per salvaguardare le scuole delle zone dell’entroterra, con particolare attenzione a quelle del cratere - afferma il deputato Riccardo Augusto Marchetti, commissario Lega Marche - Data la centralità e l’urgenza del tema, abbiamo invitato tutte le forze politiche ad aderire alla nostra iniziativa sottoscrivendo l’emendamento».