Ancora un passo indietro, anzi due. Claudio Schiavoni tira una somma, che è quella delle sottrazioni: «Stop al Frecciarossa per Milano, e sulla tratta Ancona-Roma gli orari del Frecciabianca del mattino non consentono più di arrivare nella Capitale in tempo utile. Doppia beffa». Da imprenditore e presidente di Confindustria Marche non ci sta.
Siamo alle solite. Ancona isolata, città senza peso specifico?
«C’è poco da dire. Sono sconcertato».
Almeno s’indigni.
«Preferisco mettere in fila i tasselli, gli elementi a disposizione».
Proceda pure.
«Chi deve raggiungere il capoluogo lombardo non ha più a disposizione il treno veloce, né tanto meno l’aereo. Può solo decidere di prendere l’auto. E poi predicano che non si deve inquinare».
Sarà colpa del Covid, delle regioni blindate e della gente che non viaggia più.
«Al di là delle motivazioni, non voglio entrare nel merito dei conti delle Ferrovie, non si può lasciare tagliato fuori da tutto un capoluogo. È davvero indecente.
Passiamo a indicare i colpevoli.
«Mi viene da dire la politica. Mi viene da pensare che sia una iattura. Ripeto: sono sconcertato».
Stringiamo il campo.
«Può essere che a Roma abbiamo senatori e deputati, li abbiamo mandati noi votandoli, e non riescono a incidere e a battersi per la loro terra? Ma non voglio puntare il dito accusatore».
Parrebbe il contrario.
«No, sarebbe del tutto inutile. Dico loro di fare qualcosa. E di sbrigarsi».