Renato Galeazzi, ex sindaco di Ancona. Ha visto? Il capoluogo ha perso anche il collegamento veloce con Milano.
«Non mi stupisce. La nostra è la città delle occasioni mancate, sin dai tempi della Repubblica di Venezia e del Papato. A volte con una battuta dico che l’ultimo che si è veramente impegnato per Ancona è stato l’imperatore Traiano».
Addirittura? Colpa di una politica poco rappresentativa a livello nazionale?
«Sì, questa è una concausa. Serve uno scatto politico-culturale, ma a livello regionale. Non possiamo pensare che Ancona cresca indipendentemente dal contesto territoriale. Serve una presa di coscienza sul fatto che solo uniti si vince. La nostra regione ha sempre sofferto, purtroppo, di un campanilismo patologico: non c’è mai stata una dirigenza politica che abbia pensato al suo sviluppo unitario. Basti pensare che la terza corsia in autostrada oggi si ferma a Porto Sant’Elpidio».
Se Ancona è isolata dal resto d’Italia è solo colpa di una classe politica non all’altezza?
«Certo che no.
La più urgente?
«Senza dubbio il collegamento porto-autostrada. È un’opera magna che attendiamo da quarant’anni, senza la quale non possiamo pensare di muovere un certo livello di passeggeri, merci e ricchezza. Purtroppo la città, tolte alcune piccole modifiche, è rimasta sempre uguale a se stessa. Avremmo dovuto sfruttare almeno lo sviluppo degli anni ‘70. Non siamo stati capaci di farlo».