Il governatore Acquaroli: «Terza corsia? Colpa dei sindaci». La replica: «Non sa di cosa parla»

Il governatore Acquaroli: «Terza corsia? Colpa dei sindaci». La replica: «Non sa di cosa parla»
Il governatore Acquaroli: «Terza corsia? Colpa dei sindaci». La replica: «Non sa di cosa parla»
di Martina Marinangeli
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Lunedì 13 Febbraio 2023, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 20:22

ANCONA - «Utilizzo la Bit per fare chiarezza». Non sceglie un palco a caso il governatore Francesco Acquaroli per mettere i puntini sulle i su un tema tornato tristemente alla ribalta dopo l’ennesimo incidente fatale all’altezza di Grottammare: quello della terza corsia della A14, legato a doppio filo ai cantieri di ammodernamento delle gallerie che stanno soffocando il Sud delle Marche. Un palco che ha una cassa di risonanza potente e autorevole. Dunque ogni parola pesa il doppio. E quelle pronunciate dal presidente non fanno prigionieri: «Vi ricordo che la terza corsia si è fermata a Porto Sant’Elpidio non perché il Governo centrale o la Regione non volessero, ma perché i territori non l’hanno voluta». 


La stoccata


Una stoccata alle amministrazioni che all’epoca si opposero già sferrata all’indomani dell’incidente nella galleria maledetta di Castello dove il 4 febbraio hanno perso la vita in uno schianto il tennista paralimpico Andrea Silvestrone e due dei suoi tre figli.

In un video pubblicato sui social, ha infatti ricordato come «la situazione attuale sia figlia della non volontà di realizzare i lavori per la terza corsia che tanti anni fa ha visto alcune nostre amministrazioni opporsi all’ampliamento dell’infrastruttura». Concetto ribadito alla Bit, nell’evento principale della giornata di ieri, con tutto un altro peso specifico. Una bordata che viene tuttavia rispedita al mittente con altrettanta durezza dall’ex sindaco Claudio Brignocchi, che ha indossato la fascia tricolore di Porto San Giorgio tra il 2003 e il 2008 e si è opposto al progetto allora presentato per la terza corsia: «Il presidente dice una stupidaggine, dettata dalla non conoscenza della situazione».

Tranchant. Scende poi nel dettaglio della materia: «Il progetto di allora prevedeva che la terza corsia arrivasse solo fino a Pedaso, quindi oggi ci saremmo trovati nella stessa situazione, con gli stessi problemi tra Pedaso e San Benedetto». Ma cosa lo spinse al gran rifiuto? «Sono stati due i motivi: non era chiaro quello che sarebbe stato fatto dopo Pedaso e non c’era nessuna opera compensativa per Porto San Giorgio. Attraversare Porto San Giorgio è una cosa delicatissima - articola il ragionamento - perché bisogna allargare le gallerie esistenti o fare una terza canna sotto la nostra collina, che ogni tanto frana. A fronte di un intervento molto impattante, non avevamo alcun riscontro che per noi la situazione sarebbe cambiata in meglio con una terza corsia che sarebbe arrivata solo fino a Pedaso».


La richiesta


La richiesta era quella di una «soluzione alternativa, una bretella che da Porto Sant’Elpidio arrivasse a San Benedetto. È questo l’unico tratto problematico della A14, perché entra dentro ai paesi». E, quasi 20 anni dopo, non ha cambiato idea: «Rivendico la scelta fatta allora perché acconsentire ad una terza corsia solo fino a Pedaso avrebbe precluso per sempre ogni ipotesi di una soluzione alternativa come la bretella». E da ex amministratore in quota Pd, ci mette anche un contorno di sarcasmo politico: «Acquaroli potrebbe innanzitutto chiedere al suo amico di partito Saturnino Di Ruscio, che era sindaco di Fermo, come stanno le cose». Ma il diretto interessato, che allora fece la battaglia per il no, oggi si smarca: «Sono iscritto a Fratelli d’Italia e la posizione è quella espressa dal partito». All’indomani della polemica scoppiata dopo l’ennesimo incidente mortale, aveva sottolineato - come oggi fa Brignocchi - che «la terza corsia era prevista fino al Casello di Pedaso e gli incidenti più drammatici sono accaduti nelle 5/6 gallerie dopo. Quindi se Società Autostrade avesse realizzato la terza corsia fino a Pedaso, avremmo trovato gli stessi cantieri sulla A14 tra Pedaso e Porto D’Ascoli». Il passato non si cancella, ma la storia è magistra vitae e per questo Acquaroli ha incontrato gli attuali amministratori locali per dissuaderli rispetto all’opzione dell’arretramento, tornata nel dibattito: «Va scelto subito il potenziamento della strada attuale con la terza corsia», ha ribadito ieri alla Bit. E questa volta, il no non sarà un’opzione».

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