ANCONA - Non c’è due senza tre. Dopo l’istituzione dell’Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione e la trasformazione della Svim in Svem, ieri è toccato all’Assam passare per i rulli compressori del Consiglio regionale: da Agenzia per l’innovazione nel settore agroalimentare e della pesca diventa Marche Agricoltura Pesca, un ente pubblico non economico che si occuperà di servizi ed attività nei comparti agricolo, agroalimentare, ittico, forestale, della tartuficoltura e dell’allevamento.
Svolgerà due ruoli: facilitatore dell’innovazione e servizio fitosanitario ed agrometeorologico.
Il contributo regionale per le spese di funzionamento viene definito in 767.500 euro per il 2022, e per 1.535.000 euro sia per il 2023 che per il 2024. Con questa legge si autorizzano, per il finanziamento delle spese di personale dell’ente Marche Agricoltura Pesca, contributi pari a 3.871.506 euro sia per il 2023 che per il 2024. «La riforma riconosce un ruolo di primo piano a ricerca, sperimentazione, innovazione, fornendo nuovi servizi alle imprese al fine di favorirne la crescita», punta sugli aspetti positivi la relatrice di maggioranza Jessica Marcozzi (Fi). Ad accendere un faro sulle criticità è stato il relatore di minoranza Andrea Biancani (Pd), parlando di una «riforma che aumenta solo le poltrone. Vogliono ampliare i servizi, ma senza aggiungere risorse, creando un ente rigido e con meno autonomia, senza rispetto per le minoranze. La nomina dei componenti del cda sarà prerogativa della giunta: un organo blindato, con tutti i componenti scelti dall’esecutivo».
Altro vulnus, secondo i dem, «la mancanza di garanzie per gli operai agricoli stagionali che hanno già maturato esperienza e, soprattutto, mancano certezze sul personale tecnico specializzato sia per il servizio fitosanitario, sia per la nuova area dedicata alla pesca». A rincarare la dose ci pensa Cesetti: «Quello partorito dal centrodestra è un obbrobrio amministrativo, e sorprende come perfino le numerose voci dissidenti all’interno della maggioranza siano state messe a tacere». La difesa spetta all’assessore competente Mirco Carloni: «Non vogliamo assolutamente un carrozzone. Anzi, il consiglio d’amministrazione – che io auspico sia di tre persone, ma poi sarà il Consiglio a decidere – penso dia un valore aggiunto alla trasparenza. L’uomo solo al comando, anche in quell’azienda, in passato ha fatto danni». Gli dà man forte Ciccioli, sottolineando come «con Marche Agricoltura Pesca si potrà andare a incidere ancora di più in attività nell’ambito dell’innovazione, come più volte in passato sollecitato da tutte le organizzazioni di categoria».