ANCONA - Una sala gremita, un parterre come non se ne vedeva da tempo ad Ancona, con tutti i protagonisti del motore Marche riuniti nell’Auditorium della Confartigianato. Dal governatore Francesco Acquaroli al sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, dal rettore della Politecnica Gian Luca Gregori, al presidente dell’Autorità portuale Vincenzo Garofalo fino a Mario Baldassarri, neo presidente Istao e a Paolo Mariani, direttore Uni.Co.
Premessa d’obbligo per arrivare alle sei mosse che gli ospiti, moderati dal direttore del Corriere Adriatico Giancarlo Laurenzi, hanno indicato come rotta prioritaria per uscire da una crisi economica senza precedenti e tentare il rilancio della regione, partendo dal suo capoluogo. Unico comune denominatore: la consapevolezza che le Marche continuano a pagare gli effetti di una divisione talmente radicata da penalizzare ogni tentativo di fare sistema. Per dirla alla maniera del presidente Acquaroli: «Il campanilismo porta alla disgregazione di un territorio che, puntando su piccolissime realtà, non riesce a vincere la sfida più importante. Siamo una regione isolata in tutto, ma è anche un po’ colpa nostra che puntiamo a isolarci». Dunque la parola d’ordine per il governatore è fare sistema e mettere in condizioni le infrastrutture di potere finalmente questa correlazione. A partire da porto, Interporto e aeroporto, fino all’inciso più atteso: «Amazon? Spero si realizzino le condizioni per chiudere positivamente».
La nuove generazioni
Anche Baldassarri, da nuovo presidente Istao in una delle sue prime uscite pubbliche ufficiali ha confermato l’importanza di realizzare il sogno del lungomare a nord di Ancona, con lo spostamento della ferrovia, mosso anche da un amarcord di infanzia che ha raccontato alla platea: «Avevo tre anni e mio nonno mi portava al mare alla spiaggia della Salute. Sindaco, vorrei rivedere quella spiaggia». Dai progetti infrastrutturali a quelli per ancorare gli studenti al territorio: il salto è a firma del rettore Gregori, pure lui convinto che solo un modello organizzativo strutturato «potrà aiutare le imprese e favorire nuove generazioni di manager». Qui arriva la nota dolente, quella dell’accesso al credito per le aziende. Paolo Mariani (Uni.Co.) ha ribadito senza mezzi termini che «Il denaro facile è finito ma che il sistema Confidi è uno strumento efficace per finanziare le aziende, lavorando in sinergia con le istituzioni». Per questo motivo il segretario di Confartigianato Marco Pierpaoli ha annunciato l’elaborazione di un piano strategico da consegnare ai diretti interessati. Obiettivo: «Far comprendere le reali necessità delle imprese e lavorare insieme per far uscire dalla fase critica la nostra economia, stretta fra pandemia e guerra». Un’economia che continua a pagare da cinque anni a questa parte. I dati parlano chiaro: dal 2017 le attività sono in costante calo e l’artigianato che fa fatica ad ingranare la marcia del rilancio.
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