Amazon rinuncia, adesso serve un miracolo. Niente sbarco nelle Marche, per l'economia della regione fallimento choc

La progettazione dell'hub che Amazon vuole realizzare
La progettazione dell'hub che Amazon vuole realizzare
di Maria Teresa Bianciardi
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Domenica 27 Marzo 2022, 01:00 - Ultimo aggiornamento: 28 Marzo, 08:16

ANCONA -  Addio Amazon, il colosso americano ha deciso di togliere il disturbo. Servirebbe un miracolo, per cercare di trovare la via d’uscita del labirinto nel quale ci si è cacciati. E a settembre, il miracolo potrebbe uscire come un coniglio dal cilindro del mago.

Forse, chissà. Lo sbarco del gigante dell’e-commerce all’Interporto di Jesi sembra infatti avere preso una strada senza ritorno, anche se l’ultima parola (per il miracolo) spetta a Scannell

E Scannell comunicherà la decisione finale entro pochi giorni: certo è che la tempistica iniziale - quella che dettava la realizzazione dello stabilimento entro luglio 2023 - è definitivamente tramontata.

Resta in piedi l’ultimo spiraglio (il miracolo di cui sopra): l’ipotesi di uno slittamento dei cantieri a data da destinarsi. Forse a settembre, forse il prossimo anno, magari quando rientreranno a regime la crisi e l’aumento dei prezzi delle materie prime causati dalla guerra. Quello che è certo è il clamoroso naufragio di una operazione nata sotto una buona stella che avrebbe portato nelle Marche un centro logistico altamente tecnologico firmato Amazon, in un’area di 66mila metri quadrati oggi terreno incolto dove Interporto sognava un’espansione che nei fatti non si è potuta mai realizzare. 


Il percorso
La congiuntura era perfetta e step dopo step il progetto aveva superato tutte le fasi preliminari con il via libera di ministero, Soprintendenza e Provincia. Persino il Comune di Jesi era pronto ad approvare la variante urbanistica con un semplice passaggio in giunta ed un’attesa di 50 giorni tra l’adozione e l’approvazione dell’atto. Ogni pedina sembrava essere andata a dama, invece ora la catastrofe è sotto i nostri occhi. Una clamorosa e incredibile sconfitta che si ripercuoterà inevitabilmente nel tessuto economico regionale, con conseguenze inimmaginabili anche a livello politico. Al netto di stipule di contratti, cantieri e realizzazione del progetto, a luglio del 2023 nelle Marche si sarebbe inaugurato il cuore logistico della potenza mondiale Amazon: mille assunzioni nell’hub in via della Coppetella altre 1.500 per l’indotto, che avrebbe avuto un’accelerazione senza precedenti dalla crisi del 2008 ad oggi. Per questo Confindustria, con il presidente di Ancona Bocchini e il leader regionale Schiavoni (ieri), hanno pesantemente messo in discussione l’operazione portata avanti da Interporto, società pubblica di proprietà al 95% della Regione. Parlando anche di responsabilità politiche nel caso in cui la procedura si fosse arrestata. Fonti Scannell hanno fatto sapere che la prossima settimana sarà quella cruciale: lo sviluppatore che ha portato avanti la trattativa per il colosso dell’e-commerce scioglierà la riserva sull’ultimo barlume di speranza. Non un addio, in teoria un arrivederci (sempre per il discorso del miracolo). Chi si prenderà ora la responsabilità del fallimento? La Regione fa orecchie da mercante: ha tenuto sempre il punto con Interporto sulla necessità di proseguire una trattativa che blindasse la società dal danno erariale, di fronte a un’operazione di questa portata. Lo stesso governatore Acquaroli ha difeso a spada tratta le procedure messe in atto dal presidente di Interporto Carpinelli, nominato nel 2019 dall’ex governatore Luca Ceriscioli (Pd) e dunque prossimo alla scadenza. Il suo contratto terminerà con l’approvazione del bilancio, che per legge è il 30 aprile ma può arrivare fino alla prima decade di maggio. Cosa succederà poi dentro Interporto, la cui delega è proprio in capo al presidente della Regione? 


Lo scenario 
Se il futuro non è roseo, il passato prossimo è stato segnato da una serie di ostacoli che hanno dilatato i tempi di realizzazione in modo abnorme, così che anche Amazon alla fine ha alzato le mani. E il retroscena di una vicenda che inevitabilmente segnerà il percorso politico dell’amministrazione regionale, sarà tratteggiato probabilmente ad operazioni concluse. Quando Scannel informerà gli interessati: se cioè il colosso dell’e-commerce deciderà di lasciare aperta una porta sulle Marche, oppure chiuderla definitivamente. Ma in tempi ancora non sospetti il sindaco di Jesi Bacci aveva acceso un faro sull’ipotesi che potesse finire tutto in briciole, come è puntualmente accaduto. Più volte sul Corriere Adriatico aveva sottolineato la necessità di arrivare presto alla stipula del contratto per non perdere l’occasione d’oro, non solo per il territorio ma per tutte le Marche. Facile profeta, peccato non averlo ascoltato.

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