Amazon, via all'iter per la variante urbanistica per 60mila metri quadri all'Interporto. Ecco a che punto è la pratica e chi deciderà

Amazon, via all'iter per la variante urbanistica per 60mila metri quadri all'Interporto. Ecco a che punto è la pratica e chi deciderà
Amazon, via all'iter per la variante urbanistica per 60mila metri quadri all'Interporto. Ecco a che punto è la pratica e chi deciderà
di Andrea Taffi
4 Minuti di Lettura
Sabato 26 Giugno 2021, 03:25

ANCONA - Complessivamente è un nuovo passo avanti. Amministrativamente si tratta del passaggio cruciale che avvia il giro di carte più importante dal quale dovranno scaturire tutti i permessi per far atterrare all’interporto di Jesi il gigante mondiale della distribuzione, Amazon.

Nei giorni scorsi la richiesta di variante a costruire è stata presentata al Comune di Jesi. Tuttavia non è stato il colosso della distribuzione a fare il passo formale (ancora è dietro le quinte), né il general contractor Scannell che fino a qui invece ha teleguidato tutte le operazioni fino ad ora susseguitesi. L’intestazione della domanda è stata firmata da Dpa logistic, la società che si occupa di trasporti e logistica portuale (composta da Dorica Trasporti e Amatori). 

L’atto protocollato
In sostanza Dpa chiede al Comune di Jesi di spostare una parte dei diritti edificatori che appartengono alla società Interporto nell’area adiacente, circa 32 ettari, che il general contractor ha già bloccato grazie ai contratti preliminari stipulati con i rispettivi proprietari.

Questo passaggio amministrativo fa sì che, alla fine, se tutti i documenti filano, si possono saldare i diritti edificatori presenti sui terreni esterni all’Interporto con quelli della porzione confinante, interna all’Interporto. 


L’opera imponente
Solo in questo modo nella maxi area che si trova lungo la statale 76, prima dell’uscita Interporto sarà possibile edificare un maxi capannone da 60.000 metri quadrati. Si parlava della centralità dell’atto: dopo la chiusura del cerchio per l’accordo sul terminale gestito dalla Dpa logistica, ora pienamente titolare di uno dei tre terminal ferroviario presenti dentro l’Interporto, questo è il penultimo passaggio ma è quello fondamentale. 


L’altro cerchio da chiudere 
L’altro cerchio che deve chiudersi e quello dell’acquisizione dei diritti edificatori tra Interporto e Scannell: questo addirittura dovrebbe essere questione di pochi giorni visto che la società controllata dalla Regione guidata dal presidente Marco Carpinelli sta per completare il riassetto del bilancio proprio il 30 giugno. E soltanto nei primi giorni di luglio potrà vagliare l’offerta, già sul tavolo, per cedere una parte dei suoi diritti edificatori. Ma non è in dubbio la volontà di cedere. Peraltro la zona possiede già la destinazione logistica nel piano regolatore del Comune di Jesi e la volontà delle istituzioni, a tutti i livelli, da tempo ha cercato di ottenere e sbloccare i passaggi necessari per raggiungere l’obiettivo finale. 


I documenti preliminari 
Nei documenti preliminari e nei business plan, il general contractor ha parlato di un’operazione da 1000 posti di lavoro, senza contare lo sviluppo potenziale che può contagiare l’indotto e l’utilizzo dell’aeroporto. Con la variante a costruire inizia dunque il giro di carte finale che coinvolgerà diversi enti. Che coinvolgerà per impianti di queste dimensioni anche gli enti sovraordinari come la Regione in prima persona (dopo tutto il lavoro di regia concertato prima con la giunta Ceriscioli e poi con quella Acquaroli), la provincia di Ancona con la conseguente valutazione di impatto strategico e il ritorno in Comune per l’esame nelle commissioni e il voto del consiglio comunale. 


Un lasso di circa sei mesi
Per chi conosce la materia urbanistica, si tratta di un lasso di tempo di circa sei mesi. Dopodiché con i permessi in mano si potrebbe ragionare in termini di cantiere. Il primo step, come detto, di questa catena è stata nei giorni scorsi l’approvazione preliminare della giunta del Comune di Jesi. Non parla della questione il sindaco Massimo Bacci anche se, invece, si conosce la sua volontà di mandare avanti la questione. Chi lo conosce bene sostiene che la riservatezza imposta dal general contractor lo sta forzando a tenere un profilo bassissimo. Nessuno vuole che questa storia si interrompa proprio sul più bello.
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