Noi dormiamo, in Abruzzo si vola: via all’operazione da 150 milioni di Amazon. E la palude jesina congela anche il deposito a Montecosaro

Noi dormiamo, in Abruzzo si vola: via all’operazione da 150 milioni. E la palude jesina congela anche il deposito a Montecosaro
Noi dormiamo, in Abruzzo si vola: via all’operazione da 150 milioni. E la palude jesina congela anche il deposito a Montecosaro
di Martina Marinangeli
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Martedì 29 Marzo 2022, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 09:14

Una battuta d’arresto generalizzata nelle Marche, mentre in Abruzzo si procede spediti. La palude in cui sono finite le trattative per realizzare una piattaforma logistica nella Bassa Vallesina va di pari passo con lo stop registrato alle latitudini di Montecosaro, dove Amazon ha fatto congelare il progetto di costruzione di un deposito di smistamento. Diversa la situazione nel vicino Abruzzo, dove il nuovo centro di distribuzione sorgerà entro l’estate – la struttura dovrebbe essere consegnata ad Amazon tra fine maggio ed inizio giugno - nella zona dell’ex autoporto di San Salvo, in provincia di Chieti


L’operazione
In questo caso la partita, pur annunciata solo lo scorso settembre, era ad un punto molto più avanzato rispetto a quelle giocate nelle Marche, e dunque non ha subito lo stand by deciso dal colosso dell’e-commerce su diverse operazioni, anche a causa delle situazione internazionale instabile generata dalla guerra in Ucraina. Va detto che nel progetto a San Salvo non era coinvolta anche una partecipata pubblica, come invece nel caso dello Jesino con Interporto. Variabile non trascurabile, considerando i rigidi iter burocratici che la cosa porta con sé. In Abruzzo, l’operazione si tradurrà in 1.000 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato entro i primi tre anni, per un investimento di 150 milioni. Più o meno il quadro che si sarebbe prospettato anche nelle Marche, se la trattativa si fosse chiusa in senso positivo. Domani Scannell – general contractor di Amazon - dovrebbe confermare la richiesta di una proroga sulla deadline fissata da Interporto, al 31 marzo, per una risposta sulla compravendita dei diritti edificatori. I margini per ribaltare la situazione sono stretti. Amazon, infatti, avrebbe valutato di mettere in pausa i progetti a cui lavorava nelle Marche fino almeno a settembre, per poi fare le dovute valutazioni sull’opportunità o meno di proseguire, dovendo poi riprendere le fila di un negoziato che, almeno per il progetto nell’area dell’interporto, va avanti da quasi due anni. Quanto all’hub Amazon a Montecosaro Scalo, nei giorni scorsi la multinazionale ha comunicato alla proprietà dell’area l’intenzione di sospendere gli interventi sul territorio a causa della crisi generale determinata dal conflitto russo-ucraino. Anche in questo caso, al momento non è chiaro se la sospensione sia solo temporanea, ma è trapelato che Amazon avrebbe messo in stand-by l’opzione di acquisto dell’area. Intanto la pratica è stata non solo istruita ma completata dal punto di vista amministrativo, nonostante già a gennaio si fossero notati i primi sentori di un imminente stop. L’ultimo punto segnato nelle Marche è stato l’apertura del deposito Amazon a Camerano il 23 giugno: una superficie di circa 4.000 metri per oltre 40 posti di lavoro a tempo indeterminato per operatori di magazzino e per 80 autisti che si occuperanno delle consegne e dei depositi. Il resto dei tiri, purtroppo, ad oggi non sono andati a segno. Il “modus operandi” della multinazionale è quello di individuare macroregioni su cui fare riferimento e scegliere poi uno sviluppatore che si occupi di tutto – dalla trattativa alla pianificazione, fino alla realizzazione - e consegni il progetto chiavi in mano. In un primo momento, si era valutata anche un’area nella valle del Tronto, nell’Ascolano, ma in quel caso non si era mai arrivati alla formalizzazione di alcuna offerta.

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