Alluvione Marche, l’ammissione dell'assessore Aguzzi: «Del Misa non sapevamo niente, pensavamo che il caos fosse solo nel Pesarese»

Alluvione Misa, l’ammissione di Aguzzi: «Non sapevamo niente. pensavamo che il caos fosse solo nel Pesarese»
Alluvione Misa, l’ammissione di Aguzzi: «Non sapevamo niente. pensavamo che il caos fosse solo nel Pesarese»
di Martina Marinangeli
4 Minuti di Lettura
Giovedì 22 Settembre 2022, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 08:53

ANCONA - Cronistoria di come non gestire un’emergenza. In quella notte maledetta tra il 15 e il 16 settembre che ha sconvolto le province di Pesaro ed Ancona, tutto è andato per il verso sbagliato e, da ciò che sta emergendo in questi giorni, nulla è stato fatto come avrebbe dovuto. Un cortocircuito comunicativo che ha impedito di comprendere la gravità della situazione finché non è stato troppo tardi, all’interno del quale si inserisce anche la posizione della Regione, con il governatore Francesco Acquaroli e l’assessore alla Protezione civile Stefano Aguzzi arrivati nella sala operativa solo verso le 23 il primo e intorno a mezzanotte il secondo. La tragedia, con il suo bilancio drammatico di 11 morti e due dispersi, era già avvenuta. 

Alluvione, Acquaroli mette sotto accusa la Protezione Civile: «Subito una commissione d'indagine»


La cronologia di Aguzzi


Una sottovalutazione della situazione? A ricostruire minuto per minuto quanto avvenuto in quelle convulse ore è lo stesso Aguzzi: siamo ancora nel tardo pomeriggio del 15 settembre. «Ero concentrato sulle questioni che riguardavano il Metauro perché già dal tardo pomeriggio Cantiano era sott’acqua - riavvolge il nastro l’assessore - diverse persone dell’entroterra pesarese mi avevano chiamato per segnalarmi la situazione.

Metauro e Cesano erano dunque monitorati con attenzione: erano cresciuti parecchio, ma non avevano superato i livelli di guardia». Il Misa, in quel momento, non veniva nemmeno preso in considerazione. «Mi sposto da Fano a Senigallia (dove aveva un’iniziativa elettorale al cinema Gabbiano, ndr) alle 20,38 - scende nei dettagli cronologici Aguzzi - me lo ricordo con precisione perché in quel momento ho chiamato una consigliera di Senigallia che mi stava aspettando e le ho chiesto quale fosse la situazione, visto quanto stava accadendo nel Pesarese».

Almeno lo scrupolo, dato che la pericolosità del Misa è drammaticamente nota a Senigallia dopo quanto accaduto nel 2014. «Inizialmente mi dice che è tutto ok. Poi mi richiama per comunicarmi che c’è un po’ di preoccupazione dal momento che sta piovendo molto a monte. Erano circa le 20,45». A questo punto, erano iniziati a circolare online diversi video dell’apocalisse che si stava scatenando su alcuni comuni dell’Anconetano come Sassoferrato. Ma nonostante ciò, a Senigallia la percezione del disastro non c’è ancora. E neanche ad Ancona, a seguire la ricostruzione di Aguzzi. «A quel punto chiamo la sala operativa regionale (dove c’era un solo funzionario perché l’allerta meteo era gialla, ndr): l’operatore mi dice che gli idrometri significativi sul Misa erano tutti sotto controllo, mentre problemi si riscontra. Subito dopo chiamo il capo della protezione civile regionale Stefoni e, come l’operatore, mi parla del Metauro». Aguzzi arriva a Senigallia.

«Misa? Mi avevano assicurato che non c'era l'allarme»

«La mia attenzione era sul Metauro perché nel Pesarese c’era un problema già nel tardo pomeriggio, mentre nell’Anconetano la nostra sala operativa mi aveva rassicurato sul fatto che sul Misa non c’era l’allarme. L’unico sindaco che mi ha chiamato è stato quello di Cagli». Mentre andava in scena l’appuntamento elettorale al cinema Gabbiano - e siamo quasi alle 22 - «ci avvertono che a Senigallia hanno dato l’allarme e che è il caso di rientrare. Sono rimasto nella zona del Misa fino alle 23 e non stava succedendo niente». A quel punto, l’assessore torna verso Fano (dove risiede): «Sono andato a mettermi il giaccone della protezione civile e poi mi sono diretto verso la sala operativa ad Ancona dove sono arrivato dopo le 24».

Nel frattempo, ci sono una serie di telefonate non trascurabili: «Ero in contatto con Becchetti (il segretario generale della Regione, ndr). Prima delle 21 mi aveva chiamato Acquaroli e gli ho riferito quello che era stato detto a me, ovvero che il problema era nel Pesarese. Ho preso coscienza di quanto drammatica fosse la situazione dopo mezzanotte, mentre andavoverso la sala operativa». Intanto, membri del Pd come Alessia Morani chiedono ad Aguzzi se sia il caso di restare al suo posto in giunta: «È bene che resti a lavorare qui come sto facendo e ad occuparmi delle cose importanti. La Morani non speculi sulle disgrazie».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA