Alluvione, colpita un’attività su tre. Nella zona di Ostra imprese del tutto inaccessibili

Alluvione, colpita un attività su tre. Nella zona di Ostra imprese del tutto inaccessibili
Alluvione, colpita un’attività su tre. Nella zona di Ostra imprese del tutto inaccessibili
di Martina Marinangeli
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Lunedì 19 Settembre 2022, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 08:34

SENIGALLIA «Il 2022 avrebbe dovuto essere l’anno della rinascita dopo il biennio della pandemia: è evidente che non lo sarà, ma mi auguro che almeno non si trasformi nell’anno del tracollo definitivo». Fa fatica a restare accesa la luce della speranza e lo sconforto traspare dalle parole di Giacomo Bramucci responsabile di Confcommercio Senigallia. «Questa volta registriamo un bilancio peggiore di quello dell’alluvione del 2014, sia per numero di attività coinvolte, sia per entità dei danni subiti: solo nel Senigalliese - abbozza una prima ricognizione Bramucci - è stata colpita un’azienda su tre nel settore del turismo e del commercio, e difficilmente ci si può aspettare la riapertura prima di un mese». Poi lo scoramento lascia spazio alla rabbia nel constatare che «ci siamo ricaduti dopo appena otto anni: questo significa che non è stato fatto tutto ciò che si poteva fare».  


Le richieste


Ma lo spirito imprenditoriale spinge sempre a cercare una soluzione. «Per questo, nell’incontro di oggi (ieri, ndr) in Regione con gli assessori Carloni, Castelli ed Aguzzi abbiamo avanzato le nostre proposte per uscire dall’emergenza: aiuti economici immediati per ripartire, moratoria sui mutui e la cassa integrazione straordinaria per i dipendenti». Traccia un bilancio fortemente negativo anche il presidente di Confindustria Ancona Pierluigi Bocchini: «Finora le aziende associate che ci hanno segnalato danni si aggirano intorno alle 300 unità. Di queste, tra le 50 e le 60 hanno avuto danni gravi. Quelle nella zona industriale di Ostra sono del tutto inaccessibili ed anche l’Ariston di Genga si dovrà fermare per diverse settimane». Difficile quantificare il danno economico complessivo, «ma per esempio - spiega Bocchini - c’è un’azienda di Ostra che fa stampe digitali e che ha comprato di recente un macchinario da 4 milioni di euro: ora deve aspettare un tecnico dalla Germania per capire se potrà ancora utilizzarla. Il morale è sotto i tacchi ma dobbiamo ripartire perché è questo il mandato che ci ha dato la comunità».
 

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