Alluvione, i primi 200 milioni per infrastrutture e sicurezza attesi nelle Marche

Alluvione, i primi 200 milioni per infrastrutture e sicurezza attesi nelle Marche
Alluvione, i primi 200 milioni per infrastrutture e sicurezza attesi nelle Marche
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 23 Novembre 2022, 06:10

ANCONA «Questione di ore». Detta i tempi il governatore Francesco Acquaroli. Quelli necessari per veder arrivare nelle Marche la prima tranche di aiuti da 200 milioni di euro - definiti lunedì dal governo Meloni nelle maglie della Legge di Bilancio - per i territori dell’Anconetano e del Pesarese travolti dall’alluvione dello scorso 15 settembre. Lo stanziamento è stato infatti tradotto in un decreto che, non appena verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, permetterà l’immediata erogazione delle risorse alle zone che ancora portano i segni della tragedia. La seconda tranche - sempre da 200 milioni, ma inserita nella Manovra - arriverà invece nel 2023.


La ripartizione 


«Una prima risposta molto importante del governo che ci consente di iniziare a progettare una soluzione che possa mitigare il rischio e consentire alle popolazioni di non vivere nel terrore», il commento del presidente. La destinazione esatta dello stanziamento in arrivo non è ancora stata definita nel dettaglio, ma ci sono delle urgenze su cui non è più procrastinabile intervenire e che diventano inevitabilmente prioritarie. «Come il ripristino delle infrastrutture e la mitigazione del rischio idrogeologico», fissa i punti Acquaroli. Gli altri 200 milioni di euro previsti per il 2023, invece, verrebbero declinati in risorse a famiglie ed imprese una volta calcolati i danni subiti. Un pacchetto di aiuti che, nel suo complesso, «ci consente di dare risposte immediate ai Comuni - prosegue il governatore - e in termini di progettazione, anche di assistenza alle famiglie e alle imprese che hanno perso casa e tutto».

Ma ci sono questioni da risolvere anche nell’immediato: «Abbiamo una richiesta molto elevata per le somme urgenze, ovvero le risposte ai Comuni che hanno messo in sicurezza i territori nell’immediatezza dell’evento - traccia il perimetro -. Ed abbiamo una richiesta altrettanto elevata per l’assistenza alle popolazioni (come ad esempio per il Contributo di autonoma sistemazione, ndr). Poi ci sono le imprese ed i privati colpiti che hanno subito danni. Bisogna fare una ricognizione dettagliata e precisa».

I cantieri aperti

Per restituire un’immagine plastica della situazione che tutt’oggi vivono, a più di due mesi dall’esondazione, le zone colpite, basti pensare che sono attualmente 84 i cantieri del Genio civile aperti per le sistemazioni e gli interventi dopo le devastazioni. Ad allargare lo zoom è l’assessore regionale alla Protezione civile Stefano Aguzzi, specificando che si tratta in larga parte di opere per la messa in sicurezza, la pulizia dei fiumi e la sistemazione dei ponti. Interventi che «confluiscono nelle spese di somma urgenza finanziate con i fondi della protezione civile - spiega il titolare della delega -. Le schede compilate da privati per la ricognizione sono arrivate a quantificare finora danni per 80 milioni di euro». Il primo stanziamento per le somme urgenze - quello da 5 milioni di euro deliberato dal governo Draghi già il 16 settembre, all’indomani dell’alluvione - ha iniziato ad essere erogato ai beneficiari nelle scorse ore. Ma non basta. «Come Regione stiamo preparando la richiesta per ottenere altri 20 milioni di euro», aggiorna il quadro Aguzzi. «Questione di ore», promette Acquaroli. E nelle Marche piagate dalle calamità naturali inizieranno ad arrivare quegli aiuti indispensabili per tornare a vedere la luce infondo al tunnel. Con una conta dei danni ancora da definire nel dettaglio - ma con stime che superano il miliardo di euro - di aiuto ne servirà parecchi.
 

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