Aeroporto, ipotesi mobilità per 14. Niente travaso con l'Interporto

Aeroporto, ipotesi mobilità per 14. Niente travaso con l'Interporto
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 20 Novembre 2019, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 10:47
ANCONA - Nervi tesi e clima pesante. Nel secondo incontro sul rischio esuberi ad Aerdorica tra Regione, Njord e sindacati, dopo quello andato a vuoto lo scorso 11 novembre, a palazzo Raffaello sono volate scintille quando l’amministrazione della società gestore del Sanzio ha parlato della necessità di aprire una procedura di mobilità per 14 dipendenti. Che si dovesse operare un drastico taglio sul costo del personale era già previsto dal piano concordatario, all’interno del quale venivano individuati 29 esuberi, diventati circa 35 quando l’Unione europea, per dare il suo disco verde agli aiuti di Stato, aveva chiesto un risparmio di 1,3 milioni di euro. Dal canto suo, la Regione, per scongiurare i licenziamenti, aveva delineato l’ipotesi di trasferire circa otto persone all’Interporto o in altre partecipate. Ipotesi che però sembrerebbe ormai sfumata: ad oggi, non ci sarebbero le condizioni per rendere sostenibile questo passaggio. Ed in effetti, anche lo stesso Interporto sta faticando per risalire la china del rischio fallimento, con un piano di risanamento ancora tutto sulla carta. Contestualmente, è stata ventilata anche l’ipotesi di un’interruzione della cassa integrazione prima del termine fissato a febbraio. «La Regione c’è e ci sarà», ripete come un mantra l’assessore al Lavoro, Loretta Bravi, affiancata ieri dalla segretaria generale della giunta, Deborah Giraldi.
 

Il governatore Luca Ceriscioli era convocato a Roma per la Cabina di coordinamento sul terremoto, ma sarà presente al prossimo incontro del 2 dicembre, quando si decideranno definitivamente i giochi. Intanto, è stata Bravi a fare le sue veci, affermando che «la Regione è pronta ad avviare un piano di politiche attive insieme ad Anpal servizi e al Centro per l’impiego di Ancona per la presa in carico di eventuali esuberi e la loro ricollocazione». Di fatto, quindi, si parla di misure post-licenziamento, e non più di formule per evitarli. «Ovviamente questo percorso di presa in carico potrà essere avviato solo dopo la dichiarazione degli esuberi, al termine della cassa integrazione, verosimilmente non prima di febbraio 2020».  Ad oggi, il costo del lavoro ad Aerdorica è di 120mila euro al mese, troppo alto rispetto alle entrate. Per centrare il numero che, tradotto in euro, porta al risparmio richiesto da Bruxelles, mancano ancora 14 unità all’appello, per le quali Njord è pronta ad aprire una procedura di mobilità. Il tutto, però, al netto dei decreti ingiuntivi per il ripristino dei tagli stipendiali operati dagli ex amministratori Belluzzi e Massei, che potrebbero far aumentare il costo del lavoro e, di conseguenza, il numero degli esuberi. Cinque decreti hanno già avuto sentenza positiva dal Tribunale del Lavoro, altri 18 sono in attesa del dibattimento e per ulteriori 30, l’avvocato Canagfoglia ha inoltrato ad Aerdorica una lettera di sollecito per chiedere la corresponsione delle somme dovute.
 
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