Aeroporto ad alta tensione: salta
l'accordo, proclamato lo sciopero

Aeroporto ad alta tensione: salta l'accordo, proclamato lo sciopero
di Martina Marinangeli
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Giovedì 29 Marzo 2018, 11:26

Aeroporto in caduta libera. I sindacati dichiarano lo sciopero e l’amministratore unico di Aerdorica, Federica Massei, corre a Roma per verificare a che punto sia la pratica a Bruxelles. Mancato accordo tra azienda e sigle sindacali Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti che ieri, dopo un sit in di protesta per le condizioni lavorative dei dipendenti di Aerdorica e gli arretrati stipendiali, hanno incontrato il vice prefetto di Ancona, Clemente Di Nuzzo, e l’Amministratore unico della società, Federica Massei, per trovare la quadra. In un clima surreale, post lettera-annuncio sulla «risoluzione per giusta causa dell’accordo di solidarietà» ed il ritorno dell’incubo dei 29 esuberi, anticipato ieri dal Corriere Adriatico, il confronto è stato serrato ed ha messo in luce l’inconciliabilità delle posizioni, aggravando una situazione già da guerra fredda. Quindi, i sindacati hanno deciso di proclamare lo sciopero la cui data è ancora da definire.

Una brutta china
«Dobbiamo essere consapevoli – commenta l’Au – che Aerdorica dipende dall’istruttoria dell’Ue sui soldi della Regione (29 milioni di euro in tutto, dilazionati in 5 anni e comprensivi della ricapitalizzazione da 20 milioni, dei 5 milioni di contributi di funzionamento e dei 4,8 milioni di euro per il piano quadriennale di investimenti per Enac, ndr): può dare l’ok a tutto, e allora siamo a posto; può concedere una parte, che ci servirà per il piano concordatario e si entrerà in procedura concorsuale, oppure può non dare l’ok e allora è finita. Le retribuzioni arretrate – sottolinea – non sono così eclatanti se inserite in un contesto più ampio e problematico come questo: se ci sono persone che psicologicamente non ce la fanno più, me lo vengano a dire, oppure prendano ferie o permessi».

L’annuncio shock
Nella lettera spuntata al Sanzio martedì, Massei fa riferimento a due episodi compiuti da dipendenti, definiti come «sabotaggi». Uno riguarderebbe alcuni «operai specializzati che si sono rifiutati di collaborare nelle operazioni di scarico bagagli». L’altro sarebbe invece legato alla sottrazione di un mazzo di chiavi e sarebbe già stato «denunciato alla polizia». La Massei aggiunge di aver «individuato i responsabili per entrambe le situazioni. Tecnicamente, da un punto di vista normativo, – afferma – posso procedere con i licenziamenti perché siamo ancora in amministrazione ordinaria, non c’è concordato in corso. Quello che mi preme, è che non vengano messi a rischio colleghi e passeggeri». Tecnicamente. All’atto pratico, però, oltre al fatto che esiste un accordo sindacale per taglio degli stipendi e solidarietà, a tutela del posto di lavoro dei dipendenti, la lettera è stata più una sparata sopra le riga con uno scopo ben preciso: «ottenere garanzie dai sindacati sul funzionamento dei servizi».Gli stipendi arretrati ed il clima di incertezza sul futuro dello scalo hanno esacerbato gli animi dei 97 lavoratori di Aerdorica, alcuni dei quali sono ormai costretti ad andare a lavoro a piedi perché non hanno neanche più i soldi per pagare la benzina. Dall’altra parte, l’Au ha un elenco di priorità lungo da qui all’eternità per cercare di scongiurare il default della società dopo l’istanza di fallimento inoltrata dalla Procura oltre un anno fa.

Situazione critica
Nel frattempo, come spesso accade, tutto è cambiato per restare esattamente com’era. Dopo mesi di braccio di ferro tra azienda e sindacati, si è arrivati alla fine dello scorso anno ad un accordo che permetteva il taglio del costo del personale di 1,4 milioni di euro. Misura imprescindibile per riportare i conti in equilibrio. Oggi, però, si è arrivati al punto che i soldi – in parte assorbiti dagli step necessari alla richiesta della procedura concorsuale, come il deposito cauzionale di circa 100 mila euro – scarseggiano a tal punto da impedire la regolare erogazione di quegli stessi stipendi decurtati. Il grande problema di Aerdorica è infatti la scarsa liquidità, figlia del pesante debito pregresso di circa 40 milioni di euro.

Il limbo
La Regione, socio di maggioranza al 90% circa, ha dato l’ok, ad aprile, ad una ricapitalizzazione da 20 milioni di euro, ma sono bloccati nel limbo di Bruxelles perché la Commissione europea vuole accertarsi che non si tratti di aiuti di Stato.

Vincolati all’ok di Bruxelles, anche i contributi di funzionamento previsti dalla legge di bilancio regionale e pari a 2,5 milioni di euro l’anno. Risultato: le casse di Aerdorica piangono e i nervi si fanno tesi. Il governatore Luca Ceriscioli ha fatto sapere che gli uffici regionali stanno lavorando per liberare al più presto uno o due milioni di euro per la liquidità. Ma, oltre al disaccordo tra i tecnici sulla legittimità o meno di questa erogazione, sarebbe l’ennesimo tampone che inciderà in maniera solo superficiale.

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