Le Marche? Collegate male. «È come stare nelle due isole». Studio della Politecnica: con 300mila passeggeri in più l’impatto sul Pil raddoppia

Le Marche? Collegate male. «È come stare nelle due isole». Studio della Politecnica: con 300mila passeggeri in più l’impatto sul Pil raddoppia
Le Marche? Collegate male. «È come stare nelle due isole». Studio della Politecnica: con 300mila passeggeri in più l’impatto sul Pil raddoppia
di Martina Marinangeli
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Martedì 21 Dicembre 2021, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 08:45

ANCONA - Con 300mila passeggeri in più – da sommare ai 500mila attuali – e 30mila tonnellate di cargo (ora quelle movimentate sono sette), si avrebbe un impatto sul Pil regionale di circa 200milioni di euro. Un «obiettivo fattibile» che traccia la direttrice su cui deve muoversi il futuro dell’aeroporto Sanzio. A definirlo è uno studio dell’Università Politecnica delle Marche presentato dal rettore Gian Luca Gregori su come potenziare uno scalo mai decollato del tutto. Ma per incrementare i flussi, bisogna agganciare le rotte giuste. 

 
I tre snodi che servono
Tre gli hub imprescindibili, che tuttavia continuano a mancare dai tabelloni degli Arrivi e delle Partenze del Sanzio: Roma, Milano - che offrono un’ampia connettività a livello nazionale ed internazionale – e Napoli, nell’ottica di favorire il collegamento con territori difficilmente raggiungibili con altri mezzi di trasporto. Poi si spera in Germania e Mosca considerando i mercato di riferimento per il sistema manifatturiero. Ma è il mercato italiano a far penare lo scalo: una situazione talmente critica da avvicinare la nostra regione alle condizioni delle isole. Tanto che, in uno studio commissionato dall’aeroporto al network Pwc, emerge come le Marche avrebbero tutti i requisiti per accedere ai fondi per i cosiddetti voli di continuità territoriale – destinati alle realtà insulari, appunto – previsti dalla Commissione europea per collegare un’area isolata attraverso l’aeroporto di riferimento.


Gli oneri di servizio pubblico
Gli Oneri di Servizio Pubblico per attivare questi voli possono essere imposti solamente per servizi aerei di linea e relativamente a due tipologie di rotte, ovvero quelle verso un aeroporto di una regione periferica o in via di sviluppo, e quelle a bassa intensità di traffico.

Con un emendamento alla Finanziaria firmato, tra gli altri, dal senatore Pazzaglini, l’aeroporto di Ancona è stato inserito tra quelli da far accedere agli OSP e, se venisse approvato, si aprirebbero importanti spazi di manovra per il Sanzio. 


L’affondo di Bassetti
«Servono 18 milioni di euro in tre anni – fa il punto Carmine Bassetti, Ad di Ancona International Airport –. Il piano è definito, perché con il presidente Acquaroli abbiamo gli stessi obiettivi: nove milioni li metterebbe la Regione, altri nove arrivano da un fondo europeo ministeriale. Teniamo conto che in Europa si spendono 5miliardi per voli di continuità. Il fatto è che il privato corre, la politica no. Il fondo Njord – puntualizza – svilupperà la parte infrastrutturale, ma il ruolo della Regione deve essere quello di creare le condizioni attorno, per far arrivare i voli. In Italia sono stati dati 500mlioni di incentivi nel 2021. Nelle Marche siamo molto indietro, le altre regioni sono più aggressive». Nella speranza di agganciare le rotte domestiche, quelle europee traballano sotto i colpi del Covid: «il volo per Londra sta andando malissimo – commenta l’ad –, abbiamo 20 o 30 passeggeri al giorno. Bruxelles lo stesso. Speriamo di poter far partire i voli per Parigi e Bucarest ad aprile». 

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