ANCONA - Serve «un piano nazionale straordinario» di opere per la prevenzione del rischio idrogeologico. Lo ribadisce ancora una volta il governatore Francesco Acquaroli, dopo averlo scritto venerdì al presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga per chiedere un intervento dello Stato. E lo fa durante la conferenza, ieri a Palazzo Raffaello, in cui ha messo in fila tutti gli aspetti che hanno riguardato la notte maledetta che ha messo in ginocchio l’Anconetano e il Pesarese. Dal sistema di allertamento, a quello di gestione dell’emergenza, fino ai lavori fatti per la messa in sicurezza dei fiumi. «Noi possiamo impegnarci al massimo con le risorse - la puntualizzazione - ma per l’ambiente abbiamo 200 milioni di euro, di cui 100 milioni vincolati. E con questi soldi dobbiamo fare tutto: le frane, i fiumi, l’erosione costiera».
Le misure
Se è vero che, per coprire danni dell’alluvione che oscillano tra i 3 e i 4 miliardi di euro, non potrebbe mai bastare aprire i cordoni della borsa regionale, Palazzo Raffaello non può neanche restare con le mani in mano. E infatti nella giornata di ieri sono state passate in rassegna tutta una serie di ipotesi - ancora a livello istruttorio - per poter dare un sostegno alle imprese colpite dalla devastazione. Nello specifico, gli assessori al Bilancio Guido Castelli e all’Agricoltura Mirco Carloni hanno costituito una piattaforma per consentire la raccolta dei dati che diano la dimensione dell’esigenza finanziaria per i risarcimenti.
La strategia
«Ma occorre un piano straordinario - ha ribadito come un mantra Acquaroli - perché se gli effetti del clima sono quelli che abbiamo visto, dobbiamo prepararci e per preparaci occorrono energie, risorse, professionalità e tutti quelli che sono gli strumenti per progettare». Per Acquaroli quindi «servono risorse» ma anche una legislazione «che renda le procedure meno burocratiche e più snelle. Il governo ha assicurato uno stanziamento immediato di 5 milioni di euro, ma serve una interlocuzione più approfondita perché i danni provocati dal maltempo del 15 settembre sono dell’ordine non di milioni, non di un miliardo, ma di più miliardi».
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