Alluvione senza fondo, Acquaroli: «Serve un piano nazionale anti dissesto. Le risorse della Regione non bastano. Plafond da 2 milioni perle imprese»

Alluvione senza fondo, Acquaroli: «Serve un piano nazionale anti dissesto. Le risorse della Regione non bastano. Plafond da 2 milioni perle imprese»
Alluvione senza fondo, Acquaroli: «Serve un piano nazionale anti dissesto. Le risorse della Regione non bastano. Plafond da 2 milioni perle imprese»
di Martina Marinangeli
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Martedì 20 Settembre 2022, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 09:34

ANCONA  - Serve «un piano nazionale straordinario» di opere per la prevenzione del rischio idrogeologico. Lo ribadisce ancora una volta il governatore Francesco Acquaroli, dopo averlo scritto venerdì al presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga per chiedere un intervento dello Stato. E lo fa durante la conferenza, ieri a Palazzo Raffaello, in cui ha messo in fila tutti gli aspetti che hanno riguardato la notte maledetta che ha messo in ginocchio l’Anconetano e il Pesarese. Dal sistema di allertamento, a quello di gestione dell’emergenza, fino ai lavori fatti per la messa in sicurezza dei fiumi. «Noi possiamo impegnarci al massimo con le risorse - la puntualizzazione - ma per l’ambiente abbiamo 200 milioni di euro, di cui 100 milioni vincolati. E con questi soldi dobbiamo fare tutto: le frane, i fiumi, l’erosione costiera».


Le misure


Se è vero che, per coprire danni dell’alluvione che oscillano tra i 3 e i 4 miliardi di euro, non potrebbe mai bastare aprire i cordoni della borsa regionale, Palazzo Raffaello non può neanche restare con le mani in mano. E infatti nella giornata di ieri sono state passate in rassegna tutta una serie di ipotesi - ancora a livello istruttorio - per poter dare un sostegno alle imprese colpite dalla devastazione. Nello specifico, gli assessori al Bilancio Guido Castelli e all’Agricoltura Mirco Carloni hanno costituito una piattaforma per consentire la raccolta dei dati che diano la dimensione dell’esigenza finanziaria per i risarcimenti.

Tradotto, gli uffici stanno lavorando all’attivazione di un meccanismo di anticipazione di fondi di quelli che saranno i successivi risarcimenti statali perché le persone hanno bisogno di liquidità subito. In aggiunta c’è stato un incontro tecnico con la giunta della Camera di Commercio per agire all’unisono in questo senso. La misura che sta pensando di mettere in campo Palazzo Raffaello riguarda un meccanismo di interessi e garanzie a carico della Regione, così da favorire in tempi stretti la liquidazione di somme da parte delle banche senza costi per l’imprenditore, con un pre ammortamento di 12 mesi. Misura per la quale. al momento, è stato individuato un plafond da 2 milioni di euro. La primissima provvista a cui gli uffici regionali dovranno aggiungere tutte le risorse che riusciranno a rastrellare dai vari dipartimenti. A questo, si somma la strategia definita ieri dalla Camera di Commercio nella seduta straordinaria dell’esecutivo organizzata d’urgenza per una prima verifica del numero delle imprese direttamente toccate dall’alluvione, almeno dei Comuni più danneggiati. In attesa di una più precisa stima di danni e priorità è stata già attivata una linea di sostegno a valere sui fondi nazionali camerali per i primi interventi di soccorso e ripresa delle comunità imprenditoriali più danneggiate di un milione di euro, che sarà gestita in collaborazione con la Regione.


La strategia


«Ma occorre un piano straordinario - ha ribadito come un mantra Acquaroli - perché se gli effetti del clima sono quelli che abbiamo visto, dobbiamo prepararci e per preparaci occorrono energie, risorse, professionalità e tutti quelli che sono gli strumenti per progettare». Per Acquaroli quindi «servono risorse» ma anche una legislazione «che renda le procedure meno burocratiche e più snelle. Il governo ha assicurato uno stanziamento immediato di 5 milioni di euro, ma serve una interlocuzione più approfondita perché i danni provocati dal maltempo del 15 settembre sono dell’ordine non di milioni, non di un miliardo, ma di più miliardi».
 

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