Ussita, Stoppa in tribunale: «Io e l'operatore di Striscia la notizia presi a sassate dall'allevatore»

Ussita, Stoppa in tirbunale: «Io e l'operatore di Striscia la notizia presi assassate dall'allevatore»
Ussita, Stoppa in tirbunale: «Io e l'operatore di Striscia la notizia presi assassate dall'allevatore»
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Giovedì 7 Novembre 2019, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 10:11

MACERATA - Non è passato inosservato ieri mattina, l’ingresso in tribunale di Edoardo Stoppa, storico inviato del tg satirico “Striscia la notizia”. «Sono qui per testimoniare nel processo a carico di un allevatore di Ussita da cui ero andato nel 2015 per documentare un caso di presunti maltrattamenti di animali – ha spiegato ieri Stoppa prima di entrare in aula –. Nel frattempo però ho ritirato la querela nei confronti dell’allevatore perché il suo avvocato mi ha assicurato che si è pentito di quello che ha fatto. Oggi non è in tribunale, mi dispiace non incontrarlo, avrei voluto vedere se veramente era pentito».

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La vicenda è quella andata (in parte) in onda ad aprile di quattro anni fa su Canale 5. Quando Stoppa, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni su presunti maltrattamenti effettuati dall’allevatore 72enne nei confronti di pecore e cani che aveva nella sua struttura di Ussita, era andato a documentare quale fosse la realtà dei fatti. «Era il 15 aprile – ha raccontato ieri mattina al giudice Vittoria Lupi – quando sono tornato a Ussita. C’ero stato nel 2010 ma avevo saputo che la situazione era rimasta pressoché identica. Quel giorno sono arrivato con il cameraman e abbiamo aspettato all’ingresso, volevo documentare la situazione insieme a Marziali. Dopo poco l’allevatore è arrivato, io ho chiesto spiegazioni e lui mi ha accolto in modo brusco. Mi ha ripetuto che era meglio se me ne andavo, poi è corso verso il suo furgone, ha preso un bastone e prima ci ha minacciati poi ce lo ha tirato. Noi siamo riusciti a schivarlo ma ha colpito un suo cagnolino. Poi ha iniziato a lanciarci dei sassi. Ci ha rincorso per un quarto d’ora e siamo riusciti a salire in macchina ma a quel punto ci si è messo davanti impedendoci di allontanarci. “Di qui non vi muovete”, ci diceva e poi ha aggiunto “E poi dicono che la gente ammazza”». 
 

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