Il paradosso di Ussita, Bernardini: «In migliaia sulle piste, ma mancano gli alberghi»

Il paradosso di Ussita, Bernardini: «In migliaia sulle piste, ma mancano gli alberghi»
Il paradosso di Ussita, Bernardini: «In migliaia sulle piste, ma mancano gli alberghi»
di Giulia Sancricca
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Martedì 31 Gennaio 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 14:44

USSITA  - Migliaia di turisti nel weekend, ma mancano gli alberghi. È questo il paradosso delle località sciistiche dell’entroterra colpite dal sisma. Ne è l’esempio Frontignano di Ussita. Quella che un tempo veniva scelta non solo per trascorrere una giornata sugli sci o al palazzetto dal ghiaccio, ma un’intera settimana. Ad accogliere i turisti oltre 500 posti letto dislocati nel comprensorio, tra Ussita e Frontignano. E se quel sogno era rimasto sopito per quasi sei anni, ora che gli impianti sono tornati a nuova vita in parte il riscatto è arrivato. Ma non basta.

 

Sì, perché gli appassionati che, soprattutto nei fine settimana, scelgono Ussita per divertirti in pista, non hanno posti dove alloggiare.

Il turismo diventa mordi e fuggi e a beneficarne sono ormai in pochi. Lo conferma lo stesso sindaco, Silvia Bernardini, da un lato entusiasta per la ripartenza del funzionamento degli impianti, dall’altro delusa dalla lentezza con cui i territori più colpiti dal sisma del 2016 provano a ripartire. «Le migliaia di persone arrivate a Frontignano lo scorso fine settimana dimostrano che la voglia di tornare a vivere questi luoghi c’è. Sembra di essere tornati ai tempi d’oro, ma mancano gli alberghi». 

Quante strutture c'erano un tempo



Allora fa una breve conta delle strutture di un tempo. «A Frontignano avevamo funzionanti la Domus, il Felycita, il Mark Hotel. In paese c’erano l’Hotel Ussita, il Conventino, l’Hotel Crystal, la pensione Monte Bove, almeno altri quattro b&b e il rifugio di Casali. Al momento, di questi sei, sono tornati operativi il Crystal, il Conventino e il rifugio di Casali perché hanno delocalizzato, ma hanno pochissime. Ha riaperto anche il b&b La finestra sui monti, ma con un paio di alloggi. Il Rifugio del Fargno è operativo solo d’estate, così come il camping Colorito. Per non parlare delle circa 1.500 seconde case.  Solo l’Ambassador di Frontignano ne aveva 110».

È chiaro che basterebbe ripartire con gli alloggi privati che poi vengono affittati, ma la ricostruzione finora non ha fatto grandi passi in avanti né per gli hotel né per le case. «Per quanto riguarda Frontigiano il Felycita ricostruirà ed ha già il decreto, ma il problema è sempre anticipare l’Iva che viene richiesta alle strutture alberghiere. Se in qualche maniera non si sblocca questo problema le attività ricettive non ricostruiscono. Al momento infatti, quando fanno la domanda di contributo, la voce è al netto d’Iva, visto che successivamente potranno detrarla. Ma nonostante sia prevista la detrazione, i proprietari devono anticiparla alla ditta e si parla di cifre importanti, soprattutto per chi non lavora da sei anni».

Sempre sul fronte delle riaperture, «Per la Domus invece non c’è ancora certezza sulla ricostruzione. Purtroppo in questo modo il turismo è cambiato. Adesso la gente viene solo il sabato e la domenica, mentre prima Ussita era mete di tante settimane bianche. Ciò che ci preoccupa sono i tempi, se anche gli alberghi ricostruissero prima di tre anni sarebbe difficile vedere i primi risultati e nel frattempo perdiamo tanto potenziale di guadagno come territorio». 

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