USSITA - Ad oltre cinque anni dal terremoto, manca ancora l’acqua sui pascoli a mille metri di altezza, ad Arette di Macereto. Con la primavera alle porte, sarà necessario di nuovo provvedere al trasporto in quota di acqua per abbeverare gli animali, con evidenti difficoltà per gli allevatori, come denuncia Giovanni Paris, che insieme ai genitori gestisce un allevamento di 150 pecore, 100 mucche, alcuni asini e cavalli.
«L’anno scorso, da metà aprile a luglio e poi da ottobre a novembre ho dovuto trasportare 180 quintali di acqua al giorno, sinora sono stati spesi circa 700mila euro per trasportare l’acqua per gli allevatori - spiega Paris - ma ad oltre cinque anni dal terremoto il problema non si è risolto».
«A Macereto non c’è acqua - continua Paris - , ai turisti che passano l’abbiamo sempre data noi. Sopra Vallestretta ci sono due sorgenti, altre quattro sotto ai Piani di Pao, dove in estate ci sono al pascolo almeno 800 animali. Le sorgenti ci sono, basta fare le opere di presa e organizzare la captazione dell’acqua». Ci sono fontanili a cui l’acqua non arriva più dopo il terremoto, sia perché diverse sorgenti si sono prosciugate o hanno diminuito la loro portata, sia perché le condotte si sono rovinate e ancora non sono state ripristinate. Ci sono bottini di presa senza recinzione, opere di captazione che non sono utilizzate. L’acqua che raggiunge Vallestretta, viene da Casali di Ussita; ad Arette di Macereto sono tre i fontanili che non funzionano. Sono state posizionate quattro botti in plastica non lontano dal rifugio, ma manca la copertura,
Giovanni Paris chiede un intervento complessivo per risolvere una volta per tutte il problema: «Intorno ai mille metri non c’è acqua, dopo il terremoto i fontanili sono rimasti asciutti.
Solo in una parte delle montagne sopra Ussita condotte idriche e fontanili sono stati in parte ripristinati. A Macereto sono stati sistemati i raccoglitori di un fontanile, ma manca l’acqua.