Stalking alla collega, nel mirino anche il marito di lei. Operaio patteggia una pena di 5 mesi

Un'aula del tribunale
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di Benedetta Lombo
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Giovedì 31 Marzo 2022, 07:50

TOLENTINO - Stalking alla collega di lavoro, lui: «Avevamo una relazione», lei smentisce. Ieri l’uomo ha patteggiato cinque mesi di reclusione, pena sospesa, la persona offesa è stata risarcita con 5.000 euro. I fatti contestati sarebbero avvenuti tra ottobre del 2020 e agosto del 2021 in un comune del circondario di Tolentino.

Secondo la ricostruzione accusatoria in quel periodo l’imputato, un operaio, avrebbe iniziato a perseguitare e minacciare una collega di lavoro tramite messaggi inviati sia sul telefono sia attraverso il social network Facebook.

Una volta le avrebbe scritto: «Stesse calmo (riferendosi al marito di lei) sennò mi trova quando meno se lo aspetta e poi lo sistemo per sempre così è finita la storia una volta per tutte. Io non ho niente da perdere a questo punto». Secondo l’accusa lui l’avrebbe minacciata di diffondere filmati sessualmente espliciti se non si fosse fatta trovare all’uscita del lavoro.

Messaggi diretti a lei, dunque, i cui contenuti minatori sarebbero stati rivolti anche al coniuge di lei. Accusato di stalking l’uomo ieri, tramite l’avvocato Paolo Marchionni, ha patteggiato la pena di cinque mesi e risarcito la persona offesa, tutelata dall’avvocato Lolita Felicetti, con 5.000 euro. Una scelta, quella del patteggiamento fatta per chiudere subito la vicenda, la difesa però rigetta gli addebiti. Secondo la ricostruzione dell’imputato, lui e la collega per anni avrebbero avuto una relazione extraconiugale, lui poi aveva anche divorziato, insieme avrebbero fatto vacanze, partecipato a feste e, sempre per la difesa, non ci sarebbero stati filmati hard, i video che aveva minacciato di mostrare erano video in cui loro erano insieme in vacanza o in altri momenti di quotidianità.

La donna invece ha sempre smentito qualsiasi tipo di relazione extraconiugale. Inizialmente, dopo la denuncia, la Procura aveva chiesto l’archiviazione, la persona offesa aveva presentato opposizione e il Gip aveva disposto l’imputazione coatta.

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