TOLENTINO - Maltrattamenti a una studentessa minorenne autistica, insegnante e assistente tornano in libertà, il Gip ha revocato le misure cautelari e disposto la sospensione per un anno dall’esercizio, rispettivamente, di docente di sostegno e di assistente di sostegno. Le difese: «Soddisfazione per la decisione, le esigenze cautelari erano venute meno».
Ieri mattina il giudice Claudio Bonifazi ha sciolto la riserva sulla richiesta di revoca degli arresti domiciliari avanzata dagli avvocati di Alessia Cingolani e Marta Morroto giovedì scorso nel corso degli interrogatori di garanzia in cui l’insegnante (Cingolani) e l’assistente (Morroto) si erano avvalse della facoltà di non rispondere. Accusate entrambe di maltrattamenti nei confronti di una studentessa adolescente con problemi di autismo in una scuola di Tolentino, le due donne erano in regime di domiciliari da una settimana (erano state arrestate venerdì 20 maggio). «Inizialmente – ha spiegato l’avvocato Nicola Piccinini che con il collega Diego Casadidio difende l’insegnante - al Gip era stata rappresentata una determinata situazione di maltrattamenti che necessitava di essere interrotta con una misura. Giovedì scorso abbiamo rappresentato al giudice che la nostra cliente ha presentato richiesta di aspettativa dal servizio per cui il pericolo di reiterazione del reato è del tutto insussistente. Abbiamo appreso con soddisfazione la decisione del giudice. La sospensione dall’esercizio di docente di sostegno per la durata di 12 mesi è del tutto irrilevante perché a settembre tornerà a insegnare la materia per cui è di ruolo quindi in una situazione ambientale completamente diversa».
L’indagine, condotta dai carabinieri del Norm di Tolentino successivamente supportati dai colleghi del Reparto operativo provinciale e coordinata dal sostituto procuratore Rita Barbieri, era partita a marzo, dopo la segnalazione di una stagista che aveva segnalato delle anomalie. Da lì era stata eseguita una serie di accertamenti anche attraverso intercettazioni ambientali e l’installazione di telecamere nascoste. «Quotidianamente la giovane è stata destinataria di insulti, urla, minacce e schiaffi e sottoposta a continue umiliazioni, fino allo scherno per le difficoltà connesse alla disabilità - avevano evidenziato i militari -. Accusata di essere bugiarda, anche nel richiedere di andare in bagno, le veniva chiesto di mettersi seduta e attendere. In una circostanza la giovane ha fatto i suoi bisogni addosso, per poi ricevere una serie di insulti e parolacce o l’accusa di averlo fatto intenzionalmente».
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