Accusate di maltrattamenti su un’alunna autistica: insegnante e assistente tornano in libertà

Il tribunale di Macerata
Il tribunale di Macerata
di Benedetta Lombo
4 Minuti di Lettura
Domenica 29 Maggio 2022, 07:30

TOLENTINO - Maltrattamenti a una studentessa minorenne autistica, insegnante e assistente tornano in libertà, il Gip ha revocato le misure cautelari e disposto la sospensione per un anno dall’esercizio, rispettivamente, di docente di sostegno e di assistente di sostegno. Le difese: «Soddisfazione per la decisione, le esigenze cautelari erano venute meno».

 
Ieri mattina il giudice Claudio Bonifazi ha sciolto la riserva sulla richiesta di revoca degli arresti domiciliari avanzata dagli avvocati di Alessia Cingolani e Marta Morroto giovedì scorso nel corso degli interrogatori di garanzia in cui l’insegnante (Cingolani) e l’assistente (Morroto) si erano avvalse della facoltà di non rispondere. Accusate entrambe di maltrattamenti nei confronti di una studentessa adolescente con problemi di autismo in una scuola di Tolentino, le due donne erano in regime di domiciliari da una settimana (erano state arrestate venerdì 20 maggio). «Inizialmente – ha spiegato l’avvocato Nicola Piccinini che con il collega Diego Casadidio difende l’insegnante - al Gip era stata rappresentata una determinata situazione di maltrattamenti che necessitava di essere interrotta con una misura. Giovedì scorso abbiamo rappresentato al giudice che la nostra cliente ha presentato richiesta di aspettativa dal servizio per cui il pericolo di reiterazione del reato è del tutto insussistente. Abbiamo appreso con soddisfazione la decisione del giudice. La sospensione dall’esercizio di docente di sostegno per la durata di 12 mesi è del tutto irrilevante perché a settembre tornerà a insegnare la materia per cui è di ruolo quindi in una situazione ambientale completamente diversa».
Anche l’assistente per l’autonomia e la comunicazione Morroto dopo l’applicazione della misura aveva già sospeso il proprio rapporto di lavoro con la cooperativa, per cui anche nel suo caso, venute meno le esigenze cautelari, il Gip ha sostituito la misura cautelare con la misura interdittiva della sospensione dell’esercizio del pubblico servizio di assistente di sostegno per 12 mesi. «La mia assistita – ha spiegato ieri il legale Renato Coltorti – è molto sollevata. È un primo passo, stiamo continuando nell’attività di studio del fascicolo, poi quando avremo visto tutti gli atti andremo a parlare con la Procura. Riteniamo ci sia stata una visione parziale viziata da una ricostruzione dei fatti fatta dalla stagista che non conoscendo la situazione ha travisato le situazioni. Siamo fiduciosi di riportare tutto nel giusto ambito. In questi giorni la mia assistita ha ricevuto sul telefono del marito numerosi messaggi di solidarietà di genitori di ragazzini che ha seguito o che stava seguendo. Tra questi c’è stato il messaggio dei genitori di una ragazzina con sindrome di down che hanno riferito che la loro figlia non vuole andare più a scuola “perchè non c’è Marta”». 
L’indagine, condotta dai carabinieri del Norm di Tolentino successivamente supportati dai colleghi del Reparto operativo provinciale e coordinata dal sostituto procuratore Rita Barbieri, era partita a marzo, dopo la segnalazione di una stagista che aveva segnalato delle anomalie.

Da lì era stata eseguita una serie di accertamenti anche attraverso intercettazioni ambientali e l’installazione di telecamere nascoste. «Quotidianamente la giovane è stata destinataria di insulti, urla, minacce e schiaffi e sottoposta a continue umiliazioni, fino allo scherno per le difficoltà connesse alla disabilità - avevano evidenziato i militari -. Accusata di essere bugiarda, anche nel richiedere di andare in bagno, le veniva chiesto di mettersi seduta e attendere. In una circostanza la giovane ha fatto i suoi bisogni addosso, per poi ricevere una serie di insulti e parolacce o l’accusa di averlo fatto intenzionalmente». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA