Il grande cuore di Fabiola
"L'Africa è la mia vocazione"

Il grande cuore di Fabiola "L'Africa è la mia vocazione"
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Sabato 21 Novembre 2015, 00:30 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 19:12

TOLENTINO - Tornerà in Africa domani, in quel posto magico dove lascia il cuore ogni volta che rientra in Italia. Andrà in Burkina Faso, Fabiola Caporalini, dove l'associazione tolentinate Amiciper, di cui fa parte, collabora da anni con il Magis Burkina, presieduto da padre Umberto Libralato, gesuita di origini venete che ha avviato molti progetti in quella zona Subsahariana.



“Farò il giro dei nove pozzi di acqua potabile che l'associazione ha realizzato nel corso degli anni, - ha detto Caporalini - per controllarne il funzionamento e l'efficienza. Poi mi dedicherò un po' ai bambini e ai ragazzi che girano intorno al Centro di accoglienza Nostra Signora di Fatima di Ouagadougou". Ha una sensibilità travolgente Fabiola, impegnata nella solidarietà non solo con le associazioni ma anche con progetti che porta avanti in prima persona. “Sono stata in Chad e in Togo - racconta -. In Togo collaboro con l'associazione Mama Africa, che gestisce una casa famiglia di bambini orfani. Lì ho un'adozione a distanza di una bambina. Sono andata a trovarla e ho anche consegnato le letterine dei genitori “adottivi” italiani. In Chad sono andata una volta per visionare i progetti agricoli dei padri gesuiti, guidati da Franco Martellozzo”. Grazie al web Fabiola Caporalini trasforma i suoi viaggi in veri e propri reportage che sono riusciti a coinvolgere tante persone che la aiutano nei suoi progetti. Lei, che per l'Africa parte due volte l'anno, è testimone che per quei Paesi “si può essere utili sempre. In ogni posto del mondo. Non tutti vogliono andare o se la sentono. E' comprensibile. Chi fa donazioni dall'Italia, - dice - in realtà, ci aiuta molto concretamente. Noi siamo solo strumenti delle loro azioni. Andiamo a fare, controllare, seguire, ma ad aiutare sono loro”.

E' a Fabiola che si potrebbe chiedere quale strada intraprendere per iniziare a far crescere queste Terre. “La fine dell'imperialismo e del colonialismo che in realtà non sono mai finiti. - dice - La volontà dei Paesi sviluppati di andare in direzione opposta a quelle intrapresa”. Sono riflessioni che solo chi vive queste realtà è capace di comprendere e spiegare. “L'Africa è un legame profondo che sento fin dai primissimi anni di vita. Una sorta d'origine condivisa in un modo certamente inspiegabile con quella terra rossa, con il vento caldo, col sole che si tuffa all'orizzonte nella linea più estrema della savana, tra le capanne di paglia e fango, abitate dalla gente più umile, dagli ultimi della terra. L'Africa è la mia vocazione, certamente una ragione di vita”.

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